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IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

lunedì 16 novembre 2009

Gheddafi a Roma con l’harem in affitto

500 ragazze belle, alte ma senza minigonna
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In genere è protetto dalle Amazzoni, le sue guardie del corpo, rigorosamente tutte donne. Ma questa volta il leader libico Muammar Gheddafi non è preoccupato della sua sicurezza ma del suo divertimento. È questa la ragione per la quale il Colonnello - a Roma per il vertice Fao - ha deciso di avviare una ricerca per trovare giovani e belle donne «per fare alcuni scambi di opinione e donare omaggi libici». Una richiesta del tutto insolita, ma non per il leader libico, famoso per le sue stranezze, che anche in questa circostanza non smette di stupire.
«Cercasi 500 ragazze, piacevoli, tra i 18 e i 35 anni, alte almeno un metro e settanta, ben vestite. Ma rigorosamente non in minigonna o scollate». Gheddafi vuole donne di classe per trascorrere le sue serate romane. Un esercito di bellezze «made in Italy», una sorta di harem in stile dolcevita che ha scatenato il coinvolgimento di agenzie di reclutamento di hostess per convegni.
La ricerca ha già portato i suoi frutti: le prime 200 ragazze hanno partecipato ieri alla prima serata di gala, altre 250 lo faranno oggi e domani sera: alle giovani - chiamate a presentarsi ieri sera di fronte ad un noto hotel romano per poi essere trasferite in una villa della capitale con i pullman - sarà offerto un «presente». Sicuramente - secondo quanto si è in grado di apprendere - uno dei cadeaux sarà un corano. Poi pare ci sia anche un altro regalino a scelta del colonnello. E infine un cachet da 50 euro netti.
Il Colonello, che ieri è sbarcato a Roma scortato come sempre dalle amazzoni, è al suo terzo viaggio negli ultimi sei mesi in Italia. A giugno, venendo a Roma per la sua prima visita ufficiale dopo la ritrovata amicizia con Roma, aveva scelto una scenografia d’effetto, presentandosi con una foto del Leone del deserto, martire del colonialismo italiano in Libia, appuntata sul petto della sua divisa delle grandi occasioni. E aveva voluto montare la sua irrinunciabile «tenda» in uno dei polmoni verdi romani, Villa Pamphili. Ma non solo. Aveva dominato la scena capitolina per tre giorni, facendosi sempre attendere e chiedendo incontri con imprenditrici, donne della politica e della società civile. Tutto in pieno stile libico. Ma nel segno dei nuovi rapporti inaugurati con l’Italia. (Il Giornale).
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Gheddafi show, chiama 200 ragazze.. per convertirle a Islam
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Si aspettavano una festa, con cena di gala. Ma le 200 ragazze italiane under 35, alte, belle e ben vestite, seppure rigorosamente castigate (gli erano state vietate minigonne e scollature), si sono ritrovate ierisera ad assistere ad una vera propria lezione. Sul Corano, la superiorità dell'Islam e il ruolo delle donne nel mondo arabo. La trovata, una delle sue, è stata del colonnello Muammar Gheddafi che non ha perso tempo e non appena arrivato a Roma nel pomeriggio - per partecipare al vertice della Fao che è iniziato oggi - ha chiesto una platea per uno dei suoi discorsi: subito il suo staff si è messo al lavoro contattando anche un'agenzia di hostess che in poche ore gli ha procurato un pubblico di donne, giovani e piacenti.
Così si sono trovate, pronte all'appuntamento di fronte ad un albergo della capitale, oltre 200 ragazze - delle quali alcune sono state scartate perché non vestite in maniera adeguata, o troppo "basse" - che con alcuni pullman sono stati portati nella residenza dell'ambasciatore libico, in una villa in una zona residenziale della capitale. Pronte ad una festa, le ragazze - dopo un'attenta perquisizione con il metal detector - si sono trovate davanti a una sala, allestita con sedie e poltrone a ferro di cavallo, dove, dopo un'ora di attesa (classico ritardo del colonnello) è apparso il leader libico: tenuta nera, basco nero, si è seduto nel mezzo della sala e, dopo aver chiesto alla platea delle domande, ha iniziato la sua 'lezione', mentre il suo staff, sempre al femminile, distribuiva cadeau alle giovani: una copia del Corano ed una del suo famoso 'libro verde'.
Una serata a sorpresa dunque per le giovani -, alle quali oltre ai due volumi è stato riconosciuto un cachet di circa 50 euro netti - durante la quale Gheddafi le ha invitate apertamente a "convertirsi" all'Islam. Spiegando loro che lui é "a favore e accanto alle donne" e che è per l'uguaglianza ma dei diritti e non dei doveri: nei doveri - ha aggiunto - le donne devono fare quello "che la loro costituzione fisica gli consente". E dopo aver dato la sua lettura storica sul ruolo delle donne in Occidente, dove è stata la seconda guerra mondiale ad obbligarle a prendere il posto degli uomini partiti per il fronte, il colonnello ha sottolineato anche le criticità "in Oriente". "Dove - ha detto - spesso sono usate come pezzo di mobilio, cambiate quando l'uomo vuole. E questa è una ingiustizia". Gheddafi dopo aver lanciato il suo invito "alla conversione" ha offerto alle presenti un eventuale viaggio alla Mecca, tappa - ha ricordato - obbligata per ogni buon musulmano. Stupore, in qualche caso "sconcerto" ma anche "molto interesse" si è registrato al termine dell'incontro quando le ragazze, lasciando la villa dove hanno incontrato Gheddafi, si sono avviate verso i pullman che le hanno riportate in centro città. "Mi aspettavo una festa non una lezione ma è stata un'esperienza molto interessante", ha riferito L.M. traballando tra i ciottoli del vialetto di uscita sui suoi tacchi 12. Molto più critica e "attonita" una biondina che le camminava accanto: "mi sono sentita offesa per la mia religione", ha detto stringendosi in un finto pellicciotto di lapin. Infatti il colonnello ha testualmente detto: "voi credete che Gesù è stato crocifisso ma non lo è stato, lo ha preso Dio in cielo. Hanno crocefisso uno che assomigliava a lui". Ma non solo: "gli ebrei hanno cercato di ammazzare Gesù perché lui voleva rimettere sulla via giusta la religione di Mosé". E stasera e domani, forse si replica: l'iniziativa, almeno secondo l'organizzazione che ha gestito l'incontro, è in programma anche per le prossime serate che vedranno il colonnello libico a Roma impegnato nei lavori del summit Fao sulla fame nel mondo. (Ansa)

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