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IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

giovedì 18 febbraio 2010

Cosa succede alla Misericordia di Monsummano?

Riportiamo la denuncia della Consigliere Comunale PdL di Monsummano Terme, Tiziana Adele Scannella, come pubblicata dal quotidiano "La Nazione" e la risposta del Presidente dell'Associazione e del Sindaco del Comune, sempre come pubblicato dallo stesso giornale.
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A nostro parere tutta la vicenda merita un approfondimento da parte delle Autorità competenti, sia per verificare la veridicità della denuncia pubblica, sia per verificare le condizione di servizio offerte dalla stessa Misericordia. Quello che c'è di mezzo è la salute dei nostri concittadini e crediamo che la questione non dovrebbe essere sottovalutata nell'interesse della Comunità. Se tutto è in regola tanto di guadagnato. Chi non ha niente da temere, i controlli li auspica e sicuramente non li teme.
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Prelievi alla Misericordia «Poca igiene e privacy»
Tiziana Adele Scannella, Consigliere Comunale PdL di Monsummano, ha segnalo un disservizio di cui è stata vittima in prima persona. «Qualche giorno fa - si legge nella lettera di Scannella -, Per effettuare un prelievo di sangue, invece che l’affollatissimo Vergin dei Pini, ho scelto la Misericordia di Monsummano, dove sono andata alle 7 di mattina. Eravamo in due ad aspettare il turno. Dopo un po’ la ragazza addetta mi fa cenno di entrare, in una stanza, che doveva essere adibita all’accettazione. Mi sono trovata in uno sgabuzzino pieno di scartoffie, a mio parere igienicamente non idoneo. La ragazza prende la mia richiesta e inizia ad inserire i dati con enorme difficoltà nell’individuare i codici corrispondenti ai vari esami». Il Consigliere PdL continua: «Io manifesto la mia perplessità per tali difficoltà, ricevendo come risposta solo che il pc non va. Di lì a poco entro nella sala prelievi dove una donna che mi invita a scoprire il braccio per poter effettuare il prelievo. Ebbene questa persona, in barba alle norme igienico-sanitarie, non indossava un camice, non faceva uso di guanti, non aveva nessun cartellino identificativo. E come se tutto ciò non bastasse, al momento del ritiro dei risultati non viene chiesto alcun documento né alcuna delega. Vorrei precisare che ai sensi dell’art.23 della legge 675/1996, i risultati delle analisi e/o altra documentazione contenente dati personali idonei a rilevare lo stato di salute di soggetto possono essere ritirati soltanto dal diretto interessato, dal medico di fiducia designato dall’interessato, da un terzo munito di delega. Credo sia opportuno segnalare quello che avviene in strutture che sono state autorizzate a svolgere un certo servizio.
(La Nazione - 17 Febbraio 2010)
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La replica del Presidente della Misericordia
Critiche al centro prelievi della Misericordia «Mai avuto lamentele, standard elevati di sicurezza».
RISPONDE SERENAMENTE alle accuse che Tiziana Adele Scannella ha rivolto alla Misericordia, l’associazione di volontariato di cui è presidente, Marco Mandato. «Personalmente ho sempre privilegiato il rapporto diretto con i miei interlocutori – dice – per cui quando ritengo che ci sia da chiarire o puntualizzare, prima di finire sulla stampa chiedo lumi ai diretti interessati. Tuttavia mi rivolgo pubblicamente alla signora Scannella, anche in forza delle 38 telefonate che ho ricevuto in solidarietà con il nostro operato, da parte di semplici cittadini, che voglio ringraziare pubblicamente. A volte – continua – è possibile essere indotti ad una visione imperfetta o sbagliata delle cose perché non si conoscono. Sono certo che la signora Scannella sia incappata in una situazione del genere. Il tugurio di cui la Scannella parla lo adoperiamo efficientemente da 5 anni e la ragazza delle prenotazioni, se ha chiamato i poliambulatorio per i codici ha peccato solo di eccesso di scrupolo. In quanto alla pulizia la nostra dipendente lavora da tempo con noi con grande professionalità, senza che ci sia mai stata alcuna denuncia di sporcizia o mancanza di igiene da parte di nessuno. In quanto all’uso dei guanti per i prelievi c’è d adire che il loro mancato uso è solo per sentir meglio la vena ed evitare di dover bucare più volte il paziente. Se l’infermeiere non usa i guanti in quel caso il paziente non rischia alcunché, visto che gli aghi son ben protetti e non si tocca niente. Ad ogni modo, dopo questo episodio, faremo in modo di irrigidire ancor di più gli standard di qualità, che sono già al massimo. L’errore è possibile per tutti, ma in questo caso credo si sia esagerato». Valeriamo Paolacci poi, coordiantore dei volontari ha aggiunto «noi abbiamo 250 accessi mensili e non c’è mai stato un disguido sulla resa dei risultati, né mai violazione della privacy».
ANCHE IL SINDACO di Monsummano Rinaldo Vanni, prende parte come autorità sanitaria del comune «Mi sento di dire – spiega – che non si può attaccare così indiscriminatamente e con incerte fondamenta l’operato di una associazione di volontariato, quale essa sia, proprio per il ruolo sanitario e sociale importante che essa svolge, e soprattutto quando l’accusa arriva da una persona che ha una carica pubblica».
(La Nazione - 18 Febbraio 2010)

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