Ultimissime AISE Agenzia Internazionale Stampa Estero

IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

martedì 29 giugno 2010

Il Punto dell'On.le Marco Zacchera del PdL

n. 327 del 27 Giugno 2010
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MANIFESTAZIONE PER DIFENDERE IL NOSTRO VOTO: DOMANI SERA LUNEDI 28 GIUGNO ALLE ORE 20.30 IN PIAZZA ALBARELLO A TORINO (zona piazza Solferino) MANIFESTAZIONE CON FIACCOLATA DI PDL E LEGA NORD. NON VOGLIAMO CHE I MAGISTRATI CANCELLINO LA VOLONTA’ POPOLARE: ALLE REGIONALI IL VOTO DEI PIEMONTESI E’ STATO LIBERO, DEMOCRATICO E CHIARO!
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QUELLO CHE NON CAPISCO: L’EQUITA’…
Ma perchè in questo momento di difficoltà non si pensa anche ad un ritocco delle aliquote IRPEF per i redditi più elevati in una doverosa redistribuzione del carico fiscale? Così come - nel ridurre i trasferimenti a regioni e comuni - anziché tagliare i trasferimenti in base agli abitanti sarebbe indispensabile invece valutare come - nei diversi settori - quegli stessi enti abbiano o no attuato fino ad oggi una sana politica di rigore rispettando i parametri, la legge ed i patti stabilità. Lo ribadisco: solo determinando con criteri equi il costo per le singole prestazioni (nella sanità come nei servizi comunali, nelle percentuali di spesa per i dipendenti, i dirigenti e gli stessi amministratori rispetto alla loro incidenza per abitante) si premierebbe chi i soldi li spende bene imponendo invece doveroso rigore a chi invece li spreca. Troppo difficile? Per lo meno proviamoci!
…E LE PENSIONI BABY ?
Rosanna C. era una mia compagna di scuola a ragioneria che subito dopo la maturità si iscrisse all' ISEF divenendo qualche anno dopo professoressa di educazione fisica. Ha fatto per un po' la supplente poi è diventata di ruolo, si è sposata ed ha avuto due figli.
Dal 1983 (a 32 anni!) e' andata in pensione con 14 anni, sei mesi e un giorno di contribuzione, ma a detratta università, maternità ecc. credo abbia svolto non più di una decina gli anni di lavoro effettivo (e come prof di educazione fisica non mi sembra avesse un compito così logorante). All'inizio la pensione di Rosanna era di circa 600.000 lire al mese per 13 mensilita', adesso non so. Quello che mi chiedo è se ci sia equità nell'avere persone della stessa età che abbiano fatto o facciano lo stesso mestiere, ma che oggi si ritrovano l’ una a godere la pensione già da 27 annualità ed altre che in pensione ci andranno adesso solo a 65 anni, pur avendo lavorato come Rosanna da dipendenti dello stato. Chi dovrebbe essere trattato meglio per il suo contributo lavorativo effettivo prestato alla comunità ? Non è forse una ingiustizia quella che viene perpetrata? Eppure nessuno sembra essersi posto il problema di contenere in qualche modo queste pensioni-baby che ogni anno bruciano miliardi di euro...
NAZIONALE DI CALCIO: MODESTA PROPOSTA
Ho visto Italia-Slovacchia ad Hanoi, insieme alla nostra comunità italiana di laggiù, e lo sconforto è stato ancora più grande. Ai mille gufi che giustamente se la sono presa per la figuraccia della Nazionale in Sudafrica ricordo che giace in parlamento una mia antica proposta per obbligare le società calcistiche professionistiche a versare il 10% di quanto viene pagato per il cartellino e l’ingaggio di qualsiasi giocatore straniero ad un fondo destinato alla rivalutazione dei nostri vivai, alla costruzione di impianti sportivi ed al potenziamento dello sport dilettantistico. Chissà, magari qualche ragazzo in gamba uscirebbe così più facilmente per le prossima volte…
Nei giorni scorsi sono stato infatti per una rapida visita in Vietnam, questi alcuni veloci appunti di viaggio…
GOOD MORNING VIETNAM
In fondo in Vietnam è tutta una questione di equilibrio. E' precario cercare di coniugare il capitalismo con la forma (ma non più la sostanza) del più antistorico comunismo del mondo, così come riuscire a pedalare in bicicletta con un carico impressionante di ogni tipo come fanno i contadini che ad ogni alba sfidano la polvere verso i lontani mercati delle città. Ma, come anche il comunismo vietnamita lentamente si evolve, così anche molti contadini sono ormai passati allo scooter raddoppiando la portata delle mercanzie e moltiplicando, purtroppo, l'inquinamento.
E' fragile comunque l'equilibrio in un paese dove la crescita economica è esponenziale, ma dove si saltano passi fondamentali nello sviluppo - per esempio nella tutela dell'ambiente - che porteranno presto il paese a crisi di difficile soluzione visto anche il forte aumento della popolazione che sfiora ormai i 90 milioni, il 50% in più del 1975 quando i vietcong conquistarono Saigon riunificando un paese in guerra da decenni.
Da allora molte ferite interne si sono progressivamente rimarginate, già due generazioni nulla hanno vissuto di quella guerra e solo i più anziani portano ancora mutilazioni fisiche o ricordano i tempi dei bombardamenti americani su Hanoi .
Il Vietnam, dominato dalla Cina per mille annni, recuperata una identità nazionale presto finita sotto il controllo coloniale francese - dopo che portoghesi,olandesi ed inglesi non avevano dato grande importanza alla regione - e che vide terminare la dinastia del proprio imperatore-fantoccio proprio per mano occidentale, subì più o meno direttamente la colonizzazione francese per tre secoli, mutò l'alfabeto in caratteri occidentali, accettò il cattolicesimo e subì l'espansionismo giapponese ma - dopo il '45 - con la rivoluzione cinese alle porte nulla fu più come prima. Ho Chi Min interpretò in chiave comunista il movimento di liberazione nazionale che nel generale Giap trovò un indiscusso capo militare. Proprio combattendo i giapponesi Ho Chi Min cercò un contatto con gli USA ed ebbe anche aiuti militari finchè il 2 settembre 1945 ad Hanoi fu dichiarata l'indipendenza. In quella occasione, curiosamente, il Vietnam si ispirava proprio alle parole della costituzione statunitense sui diritti dei popoli, ma trovò poca attenzione in un mondo che aveva consumato e appena concluso una guerra immane. Un paese che si dichiarava comunista e quindi divenne scacchiere della guerra fredda, come tutto il sud-est asiatico. Pochi mesi infatti e la guerra tornava tra i Viet Minh e le forze di occupazione francesi che erano tornate in Indocina, finanziate in gran parte dagli americani che anche in Corea dovevano affrontare una crisi di proporzioni ancora maggiori. Centomila soldati francesi persero la vita in una sporca guerra dimenticata per anni, finchè a Dien Bien Phu, fallito il tentativo di stanare i Viet Minh in campo aperto, i parà francesi furono stritolati dalle forze di Giap e si arresero. Gli accordi di Ginevra - come in Corea - divisero il paese in due stati con una linea di demarcazione al 17° parallelo. Al nord una dittatura comunista ed al sud una democrazia-fantoccio controllata dagli occidentali che di fatto imposero come presidente Ngo Dinh Diem, corrotto e corruttore, che perse progressivamente ogni credibilità e cominciò a contrastare con il terrore le "spie" comuniste al sud. Fu il germe di una nuova guerra civile perchè mentre al nord migliaia di persone furono condannate a morte e le loro proprietà confiscate dalle autorità comuniste, al sud cominciò la guerriglia alimentata dal "sentiero di Ho Chi Min", un reticolo di sentieri che scendevano dal nord per tutto il paese e tramite i quali, portati a spalla, affluivano al sud gli aiuti ai partigiani comunisti.
Fu una lunga, drammatica escalation con gli USA sempre più esposti e che, rotti gli indugi, nel 1965 sbarcarono in forze a Da Nag (all’altezza della metà del paese) per rompere il flusso degli aiuti e l’invasione dal nord. Progressivamente decine di migliaia di americani furono mandati in Vietnam in una lotta sempre più aspra tra la tecnologia e le risorse di un popolo. Stragi, bombe al napalm, reciproche crudeltà: gli USA arrivarono a schierare 500.000 uomini spendendo somme colossali e il conflitto si allargò alla Cambogia e al Laos. Ma bastano ancora oggi pochi giorni passati in Vietnam per capire perchè qui una guerra non la si può vincere senza il controllo del territorio, l'abitudine al clima, l'appoggio del popolo che allora era spesso costretto a una guerra di sopravvivenza e di terrore stretto tra forze americane, sud e nord vietnamite.
Nel 1972 si delineò una possibilità di pace siglata il 27 gennaio 1973 a Parigi, pace precaria perchè di fatto gli statunitensi se ne andarono e nel 1975 le forze del nord ruppero l’armistizio, invasero Saigon mentre oltre 600.000 sudvietnamiti tentarono disperatamente la fuga: i più fortunati sciamarono in aereo all'estero, per gli altri furono mesi di tragedia dispersi in mare con circa 100.000 scomparsi nell'odissea dei "boat people", i barconi di profughi respinti da tutti e che per mesi occuparono le cronache disperate di un mondo ormai sempre più distratto per il loro destino.
Era la riunificazione nazionale, l'indipendenza, ma per milioni di persone anche il terrore. Soprattutto il Vietnam era ridotto alla fame, dissanguato, diviso, distrutto. Milioni di vietnamiti del sud subirono la repressione, mentre lo scacchiere internazionale registrava l'accrescersi delle tensioni tra URSS e Cina, con i cinesi che arrivarono anche ad occupare una parte del nord del paese. Lentamente, molto lentamente, le cose migliorarono, ma solo all'inizio del '90 i vietnamiti lasciarono la Cambogia - dove si era svolta un'altra spaventosa guerra civile - e nel contempo terminò l'embargo americano con il pagamento parziale dei concordati indennizzi di guerra.
In questo ultimo quindicennio il paese si è ripreso: il basso costo della manodopera (oggi ancora a 150 dollari al mese) ne ha fatto un polo di attrazione industriale soprattutto da Taiwan, dal Giappone, dalla Cina e dagli altri paesi del sud-est asiatico. Non è stato un percorso facile perché il Vietnam è regolarmente il parente povero delle crisi finanziarie asiatiche, ma l'ingresso nel WTO ha segnato una serie di regole di stabilizzazione che consentono ora vantaggi per gli investimenti stranieri, decollo industriale, stabilità in un quadro politicamente piatto dove - formalmente - tuttora il partito unico dirige e governa tra un diluvio di bandiere rosse con la falce e martello.
Precarietà e contraddizioni: da una parte il governo ha acconsentito il ritorno degli espatriati del '75 concedendo loro anche di acquistare immobili, ma il suolo non è mai di proprietà privata ma tuttora dello stato che lo "affitta" per un cinquantennio a un prezzo variabile, di fatto spesso legato al livello di corruzione che prospera ad ogni livello.
Così mentre il regime impedisce la diffusione del dissenso come di una ipotetica stampa alternativa, internet ha però cancellato i confini e ha fatto notizia come recentemente il parlamento (non eletto, ma nominato) si sia opposto al governo a proposito delle spese per la costruzione di una ferrovia tra Saigon (che di fatto è tornata a chiamarsi così, anche se formalmente è diventata Ho Chi Min City) ed Hanoi.
La gente sembra copiare dal potente vicino cinese: ufficialmente tenuta ad uno comunista ha in realtà adottato la realtà capitalista occidentale nel modo più sfrenato e purtroppo senza regole. Un esempio lo sono i nuovi investimenti turistici che stanno rovinando le spiagge più belle in una frenesia assurda di realizzare mega-hotel sullo stile di Taiwan e della Malaysia, senza alcun rispetto per le bellezze ambientali, la natura, il paesaggio. Uno scempio e un caos urbanistico ovunque, in un paese dove ancora oggi si vedono e si subiscono i frutti dei defolianti chimici usati dagli americani per stanare i guerriglieri vietcong, dove molte foreste sembrano pietrificate e quasi tutti i monumenti storici sono andati distrutti, perfino nella vecchia capitale imperiale, Hue, dove nel ’68 si combatté casa per casa anche nella cittadella imperiale. Luoghi unici e di grande bellezza come la baia di Ha Long e le sue tremila isole calcaree - invano difese dall'UNESCO - circondate da centinaia di sampan e barconi per turisti che gettano in mare ogni tipo di rifiuto, mentre dall'alto il paese sembra tutto ristretto tra risaie e città e dove le case - alte e strettissime - sono spesso di un kitch incredibile e di incomparabile cattivo gusto.
E' questo il difficile equilibrio di un Vietnam dove forse servirebbe una riflessione collettiva sugli obbiettivi dello sviluppo per un paese dove da dieci anni la bicicletta ha progressivamente lasciato il posto alla moto (la Piaggio sta costruendo un nuovo, grande stabilimento) ma dove non ci sarà facilmente posto per le auto che già oggi intasano le vie di Hanoi, una delle città più inquinate della terra. Mentre il traffico è caotico ed assurdo, la gente sui marciapiedi spesso mangia per terra in condizioni igieniche che farebbero inorridire le nostre Asl, ma intanto parla al telefonino tra la musica sparata al massimo volume, alternata a slogan del partito.
Questo il Vietnam di oggi tra passato e futuro, crisi e modernità, povertà estreme con milioni di bambini ancora denutriti e chi la Ferrari se l'è fatta verniciare viola perchè porta fortuna e così attira di più l'attenzione. Un paese che sembra con poche radici e molti dubbi sul proprio futuro, ma che vuole recitare un ruolo protagonista in Asia e non più solo da comprimario. Ci riuscirà? Good Morning Vietnam...
UN SALUTO E BUONA SETTIMANA A TUTTI ! MARCO ZACCHERA

sabato 26 giugno 2010

Mondiale 2010 - Tutti i risultati degli Ottavi

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26/06 16:00 Uruguay - Corea del Sud 2-1
26/06 20:30 Stati Uniti - Ghana 1-2
27/06 16:00 Germania - Inghilterra 4-1
27/06 20:30 Argentina - Messico 3-1
28/06 16:00 Olanda - Slovacchia 2-1
28/06 20:30 Brasile - Cile 3-0
29/06 16:00 Paraguay - Giappone 0-0 (5-3 ai rigori)
29/06 20:30 Spagna - Portogallo 1-0

SQUADRE QUALIFICATE
Uruguay
Ghana
Germania
Argentina
Olanda
Brasile
Paraguay
Spagna

SQUADRE ELIMINATE
Corea del Sud
Stati Uniti
Inghilterra
Messico
Slovacchia
Cile
Giappone
Portogallo

Formula Uno 2010 - Gran Premio di Europa

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Moto GP 2010 - Gran Premio di Olanda

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ORDINE DI ARRIVO - MOTOGP
CLASSIFICA MOTOGP
ORDINE DI ARRIVO 250
01 Andrea Iannone ITA Fimmco Speed Up 40:00.383
02 Toni Elías SPA Gresini Racing Moto2 04.492
03 Thomas Luthi SVI Interwetten Moriwaki Moto2 05.390
04 Ratthapark Wilairot THA Thai Honda Ptt Sag 05.473
05 Shoya Tomizawa GIA Technomag-cip 07.405
06 Julian Simon SPA Mapfre Aspar Team 07.666
07 Jules Cluzel FRA Forward Racing 16.023
08 Mike Di Meglio FRA Mapfre Aspar Team 16.122
09 Karel Abraham CZE Cardion Ab Motoracing 16.959
10 Yuki Takahashi GIA Tech 3 Racing 19.601
11 Scott Redding GB Marc Vds Racing Team 20.187
12 Simone Corsi ITA Jir Moto2 20.423
13 Gábor Talmácsi HUN Fimmco Speed Up 21.358
14 Mattia Pasini ITA Jir Moto2 26.654
15 Yonny Hernandez COL Blusens-stx 34.024
16 Alex Baldolini ITA Caretta Technology Race Dept 34.045
17 Claudio Corti ITA Forward Racing 34.377
18 Dominique Agerter CZE Technomag-cip 34.481
19 Stefan Bradl GER Viessmann Kiefer Racing 37.283
20 Alex De Angelis SMR -- 42.525
21 Vladimir Ivanov RUS Gresini Racing Moto2 43.395
22 Kenny Noyes USA Jack & Jones By A.banderas 46.784
23 Sergio Gadea Panisello SPA -- 46.796
24 Niccolo Canepa ITA Scot Racing Team 59.324
25 Hector Faubel SPA Marc Vds Racing Team 01:00.168
26 Robertino Pietri VEN Italtrans S.t.r. 01:01.868
27 Raffaele De Rosa ITA Tech 3 Racing 01:02.451
28 Bernat Martinez SPA Maquinza-sag Team 01:07.317
29 Vladimir Leonov RUS Vector Kiefer Racing 01:10.107
30 Valentin Debise FRA Wtr San Marino Team 01:37.619
31 Mashel Al Naimi QAT Blusens-stx 01:41.035
32 Joan Olive SPA Jack & Jones By A.banderas 01:41.545
33 Xavier Simeon BEL Holiday Gym Franchises Ritirato
34 Lukas Pesek CZE Matteoni Racing Ritirato
35 Arne Tode GER Racing Team Germany Ritirato
36 Roberto Rolfo ITA Italtrans S.t.r. Ritirato
37 Anthony West AUS Mz Racing Team Ritirato
38 Fonsi Nieto SPA G22 Holiday Gym Ritirato

CLASSIFICA 250
01 Toni Elías 100
02 Shoya Tomizawa 76
03 Thomas Luthi 74
04 Andrea Iannone 67
05 Julian Simon 61
06 Jules Cluzel 55
07 Simone Corsi 55
08 Sergio Gadea Panisello 47
09 Alex Debon 37
10 Gábor Talmácsi 37
11 Yuki Takahashi 27
12 Ratthapark Wilairot 25
13 Scott Redding 23
14 Roberto Rolfo 21
15 Mike Di Meglio 17
16 Fonsi Nieto 17
17 Dominique Agerter 15
18 Mattia Pasini 12
19 Stefan Bradl 11
20 Yonny Hernandez 11
21 Kenny Noyes 9
22 Karel Abraham 9
23 Alex Baldolini 9
24 Xavier Simeon 8
25 Alex De Angelis 5
26 Hector Faubel 4
27 Lukas Pesek 4
28 Arne Tode 2
29 Claudio Corti 1
30 Anthony West 1
31 Joan Olive 0
32 Axel Pons 0
33 Raffaele De Rosa 0
34 Robertino Pietri 0
35 Valentin Debise 0
36 Vladimir Leonov 0
37 Niccolo Canepa 0
38 Vladimir Ivanov 0
39 Yannick Guerra 0
40 Mashel Al Naimi 0
41 Bernat Martinez 0
42 Anthony Delhalle 0
43 Ivan Moreno 0
44 Amadeo Llados 0
45 Kev Coghlan 0

ORDINE DI ARRIVO 125
01 Marc Márquez Alenta SPA Red Bull Ktm Moto Sport 37:48.923
02 Nicolas Terol Peidró SPA Bancaja Aspar Team 125cc 02.332
03 Pol Espargaró SPA Derbi Racing Team 08.134
04 Bradley Smith GB Bancaja Aspar Team 125cc 09.636
05 Sandro Cortese GER Ajo Motorsport Jr. 36.961
06 Randy Krummenacher SVI Gross Racing 39.091
07 Daniel Webb GB Andalucia Aprilia 39.397
08 Luis Jaime Salom Horrach SPA Gross Racing 45.010
09 Simon Grotzkyj ITA Fontana Racing 45.672
10 Jonas Folger GER Ongetta Team I.s.p.a. 48.031
11 Alberto Moncayo Bernal SPA Andalucia Aprilia 48.457
12 Johann Zarco FRA Wtr San Marino Team 48.833
13 Jasper Iwema NED Cbc Corse 54.208
14 Tomoyoshi Koyama GIA Racing Team Germany 59.055
15 Jakub Kornfeil CZE Racing Team Germany 01:01.504
16 Adrián Martín Lucas SPA Mavin Industries 01:16.069
17 Sturla Fagerhaug NOR Champions Ride Days 01:16.175
18 Marcel Schrotter GER Ajo Interwetten 01:18.029
19 Louis Rossi FRA Cbc Corse 01:21.738
20 Toni Finsterbusch GER Freudenberg Racing Team 01:36.263
21 Michael Van Der Mark NED Rsw Racing 01:36.445
22 Zulfahmi Khairuddin MAS Champions Ride Days 01:40.681
23 Pepijn Bijsterbosch NED -- 1 giro(i)
24 Ernst Dubbink NED -- 1 giro(i)
25 Alexis Masbou FRA Ongetta Team I.s.p.a. Ritirato
26 Jerry Van De Bunt NED -- Ritirato
27 Roy Pouw NED -- Ritirato
28 Marco Ravaioli ITA Rsw Racing Ritirato
29 Luca Marconi ITA Ongetta Team I.s.p.a. Ritirato
30 Esteve Rabat Bergada SPA Blusens Bqr Ritirato
31 Efren Vazquez Rodriguez SPA Derbi Racing Team Ritirato
32 Lorenzo Savadori ITA Matteoni Racing Ritirato

CLASSIFICA 125
01 Nicolas TEROL Aprilia SPA 118
02 Pol ESPARGARO Derbi SPA 115
03 Marc MARQUEZ Derbi SPA 107
04 Bradley SMITH Aprilia GBR 74
05 Esteve RABAT Aprilia SPA 50
06 Efren VAZQUEZ Derbi SPA 49
07 Randy KRUMMENACHER Aprilia SWI 49
08 Sandro CORTESE Derbi GER 47
09 Tomoyoshi KOYAMA Aprilia JPN 47
10 Johann ZARCO Aprilia FRA 37
11 Danny WEBB Aprilia GBR 33
12 Alberto MONCAYO Aprilia SPA 22
13 Jasper IWEMA Aprilia NED 20
14 Alexis MASBOU Aprilia FRA 17
15 Jonas FOLGER Aprilia GER 16
16 Luis SALOM Aprilia SPA 15
17 Simone GROTZKYJ Aprilia ITA 10
18 Marcel SCHROTTER Honda GER 7
19 Adrian MARTIN Aprilia SPA 4
20 Jakub KORNFEIL Aprilia CZE 3

venerdì 25 giugno 2010

Mondiale 2010 - I risultati al 25 Giugno 2010

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Il Post del 16 Giugno 2010 è stato aggiornato in data odierna con tutti i risultati ottenuti dalle squadre partecipanti, con l'indicazione di quelle che si sono qualificate per gli ottavi e di quelle che sono state eliminate, alla data del 25 Giugno 2010.

L'eliminazione dell'Italia ci rattrista, ma non per questo siamo disposti a buttare alle ortiche tutto quello che significa essere ITALIANO e quello spirito per il quale siamo sempre vissuti: l' ITALIANITA'.

martedì 22 giugno 2010

Mondiale 2010 - I risultati al 21 Giugno 2010

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Il Post precedente è stato aggiornato in data odierna con tutti i risultati ottenuti, dalle squadre partecipanti, alla data del 21 Giugno 2010.

mercoledì 16 giugno 2010

Mondiale 2010 - I risultati al 16 Giugno 2010

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GIRONE A
11/06 16:00 Sudafrica - Messico 1-1
11/06 20:30 Uruguay - Francia 0-0
16/06 20:30 Sudafrica - Uruguay 0-3
17/06 20:30 Francia - Messico 0-2
22/06 16:00 Messico - Uruguay 0-1
22/06 16:00 Francia - Sudafrica 1-2

CLASSIFICA GIRONE A
Uruguay 7 (Qualificata per gli ottavi)
Messico 4 (Qualificata per gli ottavi)
Sudafrica 4 (Eliminata)
Francia 1 (Eliminata)

GIRONE B
12/06 16:00 Argentina - Nigeria 1-0
12/06 13:30 Corea del Sud - Grecia 2-0
17/06 16:00 Grecia - Nigeria 2-1
17/06 13:30 Argentina - Corea del Sud 4-1
22/06 20:30 Grecia - Argentina 0-2
22/06 20:30 Nigeria - Corea del Sud 2-2

CLASSIFICA GIRONE B
Argentina 9 (Qualificata per gli ottavi)
Corea del Sud 4 (Qualificata per gli ottavi)
Grecia 3 (Eliminata)
Nigeria 1 (Eliminata)

GIRONE C
12/06 20:30 Inghilterra - Stati Uniti 1-1
13/06 13:30 Algeria - Slovenia 0-1
18/06 20:30 Inghilterra - Algeria 0-0
18/06 16:00 Slovenia - Stati Uniti 2-2
23/06 16:00 Stati Uniti - Algeria 1-0
23/06 16:00 Slovenia - Inghilterra 0-1

CLASSIFICA GIRONE C
Stati Uniti 5 (Qualificata per gli ottavi)
Inghilterra 5 (Qualificata per gli ottavi)
Slovenia 4 (Eliminata)
Algeria 1 (Eliminata)

GIRONE D
13/06 16:00 Serbia - Ghana 0-1
13/06 20:30 Germania - Australia 4-0
18/06 13:30 Germania - Serbia 0-1
19/06 16:00 Ghana - Australia 1-1
23/06 20:30 Ghana - Germania 0-1
23/06 20:30 Australia - Serbia 2-1

CLASSIFICA GIRONE D
Germania 6 (Qualificata per gli ottavi)
Ghana 4 (Qualificata per gli ottavi)
Australia 4 (Eliminata)
Serbia 3 (Eliminata)

GIRONE E
14/06 13:30 Olanda - Danimarca 2-0
14/06 16:00 Giappone - Camerun 1-0
19/06 13:30 Olanda - Giappone 1-0
19/06 20:30 Camerun - Danimarca 1-2
24/06 20:30 Danimarca - Giappone 1-3
24/06 20:30 Camerun - Olanda 1-2

CLASSIFICA GIRONE E
Olanda 9 (Qualificata per gli ottavi)
Giappone 6 (Qualificata per gli ottavi)
Danimarca 3 (Eliminata)
Camerun 0 (Eliminata)

GIRONE F
14/06 20:30 Italia - Paraguay 1-1
15/06 13:30 Nuova Zelanda - Slovacchia 1-1
20/06 13:30 Slovacchia - Paraguay 0-2
20/06 16:00 Italia - Nuova Zelanda 1-1
24/06 16:00 Slovacchia - Italia 3-2
24/06 16:00 Paraguay - Nuova Zelanda 0-0

CLASSIFICA GIRONE F
Paraguay 5 (Qualificata per gli ottavi)
Slovacchia 4 (Qualificata per gli ottavi)
Nuova Zelanda 3 (Eliminata)
Italia 2 (Eliminata)

GIRONE G
15/06 20:30 Brasile - Corea del Nord 2-1
15/06 16:00 Costa d'Avorio - Portogallo 0-0
20/06 20:30 Brasile - Costa d'Avorio 3-1
21/06 13:30 Portogallo - Corea del Nord 7-0
25/06 16:00 Corea del Nord - Costa d'Avorio 0-3
25/06 16:00 Portogallo - Brasile 0-0

CLASSIFICA GIRONE G
Brasile 7 (Qualificata per gli ottavi)
Portogallo 5 (Qualificata per gli ottavi)
Costa D'Avorio 4 (Eliminata)
Corea del Nord 0 (Eliminata)

GIRONE H
16/06 16:00 Spagna - Svizzera 0-1
16/06 13:30 Honduras - Cile 0-1
21/06 16:00 Cile - Svizzera 1-0
21/06 20:30 Spagna - Honduras 2-0
25/06 20:30 Cile - Spagna 1-2
25/06 20:30 Svizzera - Honduras 0-0

CLASSIFICA GIRONE H
Spagna 6 (Qualificata per gli ottavi)
Cile 6 (Qualificata per gli ottavi)
Svizzera 4 (Eliminata)
Honduras 1 (Eliminata)

Il Punto dell'On.le Marco Zacchera del PdL

n. 326 del 12 Giugno 2010
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E LA ROSY TENTO’ IL COLPETTO
In 16 anni di Parlamento non avevo mai visto un presidente di turno (ovvero uno dei 4 vice che a turno presiedono i lavori della Camera nelle sedute ordinarie) che chiude in anticipo la votazione senza permettere a circa 35 deputati di votare per poter far vincere la propria parte politica. Eppure è successo martedì scorso, quando Rosy Bindi ha improvvisamente dichiarata chiusa una votazione di incostituzionalità su un decreto legge (quindi una materia delicata, non un modesto emendamento) mentre stavano ancora entrando in aula decine di deputati di maggioranza dopo una pausa dei lavori.
La cosa più incredibile è che – attaccata da tutte le parti – la Bindi ha poi sostenuto “di non aver notato” quelli che stavano entrando, bugia clamorosa perché allora dovrebbe comunque dimettersi per la inaccettabile disattenzione. Non solo, dichiarando poi subito chiusa la seduta ha impedito (come invano sottolineato e giustamente censurato da Fini il giorno dopo) il rifacimento della votazione. La Bindi ha insomma permesso una grave forzatura regolamentare “dimenticandosi” che quando presiede la Camera deve essere sempre super-partes e non fare la presidente…del Partito Democratico. Uno dei due ruoli è decisamente di troppo!
Ps: Ho però ecceduto nelle proteste in aula e mi sono sgolato troppo: adesso la pago e da tre giorni sono senza voce!
ELEZIONI ALL’ESTERO: FINALMENTE UNA LEGGE ?
Il Comitato parlamentare per gli italiani nel mondo – che presiedo alla Camera – ha avviato l’esame di una proposta di legge il più possibile condivisa per determinare nuove regole per l’elezione dei parlamentari all’estero, dopo gli scandali delle due ultime elezioni. In discussione il sistema di voto (nei seggi o per corrispondenza, con quali garanzie?), il numero delle circoscrizioni, l’eleggibilità solo dopo un certo periodo di residenza all’estero, i luoghi di stampa, spedizione, raccolta e scrutinio delle schede votate. L’obbiettivo è giungere ad un testo che sia condiviso da quasi tutte le forze politiche, che possa avere un cammino più sollecito in aula e sia quindi operativo per le prossime elezioni. La formula scelta potrebbe essere usata anche per l’elezione dei Comites.
SANTORO RESTA, E LO PAGHIAMO PURE…
Sembra che Santoro resterà anche l’anno prossimo in RAI per la modica somma di 650.000 euro più benefit assortiti... Per lui niente tagli: la crisi evidentemente non c’è. Lo ha annunciato lo stesso presentatore d’oro e resistente a tempo pieno durante una conferenza stampa tenuta alla presenza dei soli consiglieri di amministrazione Rai di sinistra (giusto per far capire…) e poi ha condotto l’ultima puntata di Annozero condendola di venti minuti di soliloquio con insulti vari contro il governo e dimostrando - ovviamente senza contraddittorio alcuno - tutto il valore del suo smisurato ego. Questa è la TV pubblica in uno stato dove si grida al perpetuo “golpe” di Berlusconi, ma dove una intera rete è schierata anima e corpo con il PD ospitando una informazione è del tutto faziosa e a senso unico. Ma come si può sostenere l’imparzialità del servizio pubblico - o addirittura “l’asservimento” al governo - quando succedono quotidianamente queste cose? A me sembra somma ipocrisia.
UN SALUTO E BUONA SETTIMANA A TUTTI ! MARCO ZACCHERA

domenica 6 giugno 2010

Il Punto dell'On.le Marco Zacchera del PdL

n. 325 del 6 Giugno 2010
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SEMPLIFICAZIONI
Ben vengano le più volte annunciate semplificazioni che permettano la nascita e la vita delle piccole e medie imprese di ogni tipo, ma speriamo veramente che - per una volta - alle promesse seguano i fatti. Sempre più spesso, infatti, è proprio nell’affrontare i problemi concreti di ogni giorno per tantissime persone che – nonostante tutto - hanno ancora la voglia di darsi economicamente da fare che si scopre e si conferma troppo spesso che, al di là degli slogan e delle parole, voler investire è diventata una colpa, una sfida, un dramma, qualche volta un calvario.
Assisto quotidianamente a negozi che non possono aprire per mille vincoli e controlli, a imprese che non possono espandersi per “conferenze dei servizi” con ritmi infiniti: aAziende che vorrebbero ingrandirsi e magari anche assumere, ma sono sottoposti a vincoli immani. Avete idea di quanti cavilli può scoprire – per esempio - una ASL per obbligarvi a lavori di nessuna utilità pratica nel momento in cui volete aprire una qualsiasi attività? Si è calcolato quanti milioni di bagni inutili sono stati realizzati in Italia o di rubinetti “a norma”? E quanto ci vuole per farsi autorizzare una tramezza in carto-gesso (ovviamente ignifuga, lavabile, ecc.ecc.?) Quante volte metrature e altezze minime nei centri storici diventano un dramma? Il circuito è infernale: chi comincia di solito ha pochi soldi ma ha delle idee e vuol fare, ma deve prendere in affitto dei locali e sistemarli se vuole aprire. Ma subito la cosa si complica, gli si rompono le scatole su tutto e si ritarda. Il tempo passa tra perizie e i progetti tecnici di conformità, gli allacciamenti, le norme energetiche e sanitarie. Intanto non si parte e quindi non incassa, ma devi pagare i locali, le attrezzature, le caparre e quindi non incassando vai in rosso. Ecco quindi che le banche chiudono la borsa, i soldi finiscono e magari si entra nel giro dell’usura per non perder tutto.
Guai poi a contare su un finanziamento pubblico promesso, giusto, documentato, obbiettivo: mesi e mesi di incerta attesa (dopo aver affrontato tutte le spese per la trafila burocratica per accedere al finanziamento) tra “ammissione” e liquidazione e magari alla fine ti dicono candidamente “Lei ha ragione, tutto perfettamente a posto, ma la legge non è più finanziata”. Nel frattempo al Ministero o in Regione i fondi sono infatti andati “in perizione” e per averli si riapre la procedura del gioco dell’oca. Nel frattempo non hai neppure aperto, o lo hai fatto in qualche modo e puoi aver già chiuso od essere fallito.
Se hai avuto anche solo una scadenza non onorata - magari per non aver pagato una rata dell’auto o di un macchinario che ancora non hai neppure usato - sei “segnalato” alla centrale rischi e immediatamente il muro bancario diventa impenetrabile, non importa se magari non hai pagato pochi euro per mille e doverose ragioni. Provate a non voler più pagare una bolletta che “automaticamente” vi addebitano ingiustamente sulla carta di credito, magari per un numero telefonico che da un anno non avete più: provate! Tante volte basterebbe un po’ di buonsenso, un maggior impegno degli enti, un “silenzio-assenso” con date certe e autocertificazioni su tutto…Ma spesso non c’è nulla da fare, tutti ti dicono “peccato, però!” Intanto la tua azienda è andata a gambe all’aria per la gioia dei burocrati europei di “Basilea 2” che lo stipendio l’hanno sempre assicurato. E così l’Italia si ferma…
GAZA E ISRAELE
Sono un amico di Israele “ senza ‘se’ e senza ‘ma’ ” e proprio perché lo difendo da anni non posso che criticare il metodo con cui è stata portata avanti l’azione militare nei confronti dei “pacifisti” che si avvicinavano alle coste di Gaza alcuni giorni fa.
Una azione che innanzitutto ha portato alla grave perdita di vite umane che vanno comunque ricordate con rispetto ma anche perchè ha steso un’ombra sulle forze armate israeliane che in passato si erano distinte – anche attraverso le loro unita di elite – in iniziative estremamente mirate e con significative minime conseguenze collaterali.
Sono convinto che il governo di Tel Aviv ha preso e prenderà i dovuti provvedimenti, così come ampia è stata la condanna di una larga parte della stessa opinione pubblica israeliana, una opinione pubblica (ricordiamocelo..) che è libera nello scrivere, nel pensare e nel discutere, ben diversamente da quella della gran parte dei paesi arabi dove la democrazia non esiste.
E’ stato un grave errore tattico agire in quella maniera sottovalutandone le conseguenze ed i rischi. Questo tragico episodio ha intanto portato nuovamente all’attenzione dell’opinione pubblica la drammatica situazione nella striscia di Gaza che non può continuare ad incancrenirsi all’infinito senza una vera svolta e soluzione “politica”. Per farlo va garantita la sicurezza di Israele, ma anche ricordato con forza che non esiste una leadership palestinese con la quale discutere e che abbia un minimo di credibilità. Tra Hamas e OLP è in atto da anni una guerra civile interna lastricata di cadaveri di cui quasi tutti sono all’oscuro, così come molti “pacifisti” che mentre reclamano (giustamente) migliori condizioni di vita per i palestinesi dimenticano di chiedere alle stesse autorità palestinesi un po’ di unità di intenti, il ripudio del terrorismo e il rispetto di un minimo di diritti umani.
DI PIETRO
Il Tonino nazionale è proprio un personaggio: urla con tutti, soprattutto quando qualcuno comincia a fargli delle domande imbarazzanti sulla sua laurea, sui suoi trascorsi, sulle sue frequentazioni, sui regali e regalini che ho ottenuto in carriera, sul modo perlomeno disinvolto di gestire le finanze del suo partito, su certi immobili che scottano.Toccatelo, e Di Pietro invocherà le Caste e la censura, i poteri forti, Berlusconi, ecc.ecc. … Ma risposte su di lui proprio non ne dà.
TRE NOTE (STONATE) IN FINANZIARIA
Nella nuova legge finanziaria ci sono molte cose buone, ma altre sembrano buttate giù di fretta, senza ragionare sulle conseguenze, oppure si notano già troppe marce indietro, rischiano di vanificare sprechi e risparmi. Qualche esempio?
1) Il prof. Salvatore Zecchini, presidente dell’ “Istituto per la Promozione industriale”, giustamente si lamenta da Helsinki - dov’era per un convegno internazionale - di aver appreso solo leggendo i giornali della soppressione del suo Ente nelle pieghe della recente manovra finanziaria. “Cosa devo dire adesso ai miei quasi 300 dipendenti?” E’ un problema, come lo è però anche capire cosa servissero 300 dipendenti in un Ente di cui pochi conoscevano l’esistenza e soprattutto l’utilità visto che l’IPI dovrebbe come fine istituzionale “ Trovare le strategie per ottimizzare risorse e incentivi pubblici a favore delle imprese”. Oltre che (leggo sul suo sito) “ In quanto struttura in house del Ministero, la sua azione si inquadra a supporto dell’intero processo sotteso all’intervento pubblico di settore, sia nell’ambito della definizione delle politiche che in quello dell’assistenza tecnica alla programmazione e attuazione dei programmi e degli interventi.” (??!!). Il tutto svolto nella sede di Roma e nella succursale di Napoli. Il problema è che se questo Istituto è una succursale ministeriale temo che i 300, forse non più “giovani e forti”, ce li ritroveremo comunque per anni a spese della pubblica amministrazione… Quanti degli "Enti Inutili" si trovano in queste condizioni? Possibile che non si riesca a vedere nella pancia delle sigle quelle che servono e quelle che sono nidi di spreco? Chiarezza, mai.
2) Stupendo: con la nuova manovra finanziaria viene abolito il “gettone di presenza” dei consiglieri comunali che – per un piccolo capoluogo come Verbania – era di circa 30 euro netti a seduta di consiglio o commissione, in media 80 euro al mese.
Bene? Mica tanto: oggi i consiglieri potrebbero in alternativa pretendere “Fino al 20% dell’indennità lorda del sindaco” ovvero circa 800 euro al mese. Nel caso di specie io il sindaco lo faccio gratis stante l’indennità parlamentare e quindi si potrebbe sostenere che il 20% di zero è sempre zero, ma resta il fatto che questo 20% è comunque una riduzione rispetto al 33% in vigore fino ad oggi. Ergo, ci sono comuni in Italia dove fare il consigliere comunale è una vera e propria professione, indipendentemente dalle condizioni economiche dell’ente. Piacerebbe sapere quali e quanti siano questi comuni, in quali regioni e per quali importi, e magari (come avveniva a Taranto) se il comune - che pur pagava profumatamente consiglieri comunali e circoscrizionali - non fosse in completo dissesto finanziario…
3) Partiti Politici: alla fine la montagna partorisce il topolino? Per i partiti politici la riduzione dei fondi pubblici non sarà del 50% come paventato all’inizio, ma solo del 10%. Una vergogna visto che a parte la pacchia dei giornali di partito che non legge quasi nessuno (o di ex partiti: c’è ancora “La voce repubblicana” debitamente sovvenzionata) tutti i partiti politici hanno speso somme folli e relativamente inutili in campagne elettorali costosissime e che obbiettivamente potevano essere molto più contenute. Capisco eventuali debiti pregressi e cautelati presso le banche con i presunti introiti futuri, ma una energica cura dimagrante è assolutamente necessaria anche perché le strutture di partito come quelle di una volta non ci sono più e comunque una maggiore austerity è obbiettivamente necessaria. Il tutto senza dimenticare che gli italiani in più referendum hanno detto “no” al finanziamento pubblico e l’attuale sistema è un’autentica “furbata” per dribblare la legge e soprattutto la volontà della gente. Non si può chiedere sacrificio al prossimo e dimenticarlo di farlo a casa propria!
UN SALUTO E BUONA SETTIMANA A TUTTI ! MARCO ZACCHERA

venerdì 4 giugno 2010

L'Appello di Lino Banfi: Aiutiamo Laura Antonelli

Laura Antonelli, dimenticata da tutti. Lino Banfi: «L'ho incontrata, dice che le resta poco da vivere. Ci ha fatto sognare, ora ha solo la pensione di 510 euro»
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«Tutto passa, tutto si cancella, tutto si lascia», dicono i francesi. «Ogni cosa se ne va quando finisce il ciclo dell’età» dice invece una bella canzone di Califano. «La vita si intristisce, la bellezza sfiorisce», dicono i poeti. Va bene… tutto questo dovrebbe essere lapalissianamente logico, ma non è giusto, non riesco a convincermene… e anche se sono in Argentina a girare una fiction, ne ho parlato a Lucia (mia moglie) prima di partire e lei stessa mi ha consigliato di scrivere a un importante quotidiano.
La persona di cui voglio parlarvi è Laura Antonelli, l’oggetto del desiderio e delle fantasie erotiche di giovani e meno giovani da Malizia in poi. Bellissima e anche brava attrice. Vi ricordate le sue tristi vicissitudini, negativamente esasperate da un punto di vista mediatico? Io avevo lavorato con lei prima nel film Peccato veniale di Salvatore Samperi, dove c’erano anche la giovane Monica Guerritore e Alessandro Momo, prematuramente scomparso a soli 19 anni; le musiche erano di Fred Bongusto e l’aiuto regista era Neri Parenti. Poi nel 1987 girammo Roba da ricchi (film che incassò bene) con la regia del grande Sergio Corbucci. Laura faceva mia moglie e io le insegnai la cadenza pugliese. E chi faceva nostra figlia? Una giovanissima bella e brava Claudia Gerini.

Perché vi racconto tutto questo? Perché quello fu l’ultimo film di Laura con la sua prorompente bellezza. Fotografata da tutti i giornali europei perché era il periodo del suo grande amore con Jean Paul Belmondo. Poi successe quel che successe… Laura cercò di tornare al cinema con Malizia 2000, poi quasi le sfigurarono il viso con una specie di chirurgia plastica e infine è sparita: non si è più vista. In tutti questi anni, in qualunque trasmissione televisiva o radiofonica mi capitasse di parlare di tutte le belle attrici con le quali ho avuto la fortuna di lavorare, nominavo e salutavo sempre Laura Antonelli. Qualche anno fa, per farla breve, riesco a parlare al telefono con lei. Provai chiederle - in quella occasione e poi altre volte dopo di allora - se ci saremmo potuti vedere: per salutarci, riabbracciarci. Ma lei mi ha sempre risposto: «No... Lino, non sono pronta, non sono più quella del mondo dello spettacolo, ho cancellato tutto. Se un giorno deciderò di farlo, tu sarai il primo amico attore che rivedrò». Giorni fa, finalmente, mi ha chiamato e mi ha detto: «Vuoi venire a trovarmi? So che parti per l’Argentina, ma mi farebbe piacere riabbracciarti». E poi ha pianto… Le ho risposto: «Entro un’ora sono da te». Sono andato a Ladispoli e purtroppo mi sono rattristato molto: ci siamo riabbracciati dopo 22 anni; ci siamo commossi tutti e due. Ma poi Laura ha fatto un gesto rassegnato allargando le braccia, come per dire «Hai visto come sono ridotta…».
Io ho vigliaccamente cercato di cavarmela con una battuta: «Anch’io mi sono ingrassato...». Ma lei ha replicato con amarezza: «Sì, ma non come me, io sono morta da anni». Sguardi, silenzio… C’era una donna con lei che va due o tre volte a settimana a farle compagnia. Si sentiva una musichetta dall’altra stanza e io per rompere l’imbarazzo le ho chiesto che cos’era, se guardava la tv. Risposta: «Sono più di vent’anni che non vedo la televisione. Ascolto sempre Radio Maria e prego». In quella specie di camera da letto c’era solo un lettino, piccolo... Lei si è riscossa un attimo: «Lino vieni a vedere la dispensa, guarda quanta pasta, pomodori, olio... Sai, la parrocchia, qualche benefattore…». Mi si è stretto il cuore. Quanto prendi di pensione?, le ho chiesto. «510 euro al mese». E tutto quello che avevi: case, gioielli…? «È troppo lunga, caro Lino, la storia… Tanti hanno abusato della mia bontà, forse anche della mia fragilità e dicono che non sono capace di intendere e volere. Ti prego Lino parla con qualcuno, tu sicuramente, amato da tutti, sarai ascoltato. Io non credo di avere ancora molto da vivere, però vorrei vivere dignitosamente».
Ecco perché io, cittadino italiano, Pasquale Zagaria, in arte Lino Banfi, mi rivolgo al ministro Bondi: «È giusto tutto questo? So che esiste una legge già esecutiva, dopo il caso Salvo Randone. Mi hanno detto anche che Isabella Biagini è nelle stesse condizioni. Queste persone hanno rappresentato una parte della storia del cinema e della televisione che tutti abbiamo gradito. Hanno lavorato in questa nazione, hanno guadagnato, hanno pagato le tasse… è giusto finire così?». Mi rivolgo anche al presidente del Consiglio, a Berlusconi, che è anche mio amico da più di trent’anni: «Caro Silvio, per quel poco che credo di conoscerti sono certo che farai qualcosa».
P.S. Sono sicurissimo che molte persone, costrette a vivere in uno stato di indigenza, leggendo questo mio appello penseranno: «Caro Banfi, anche noi stiamo così… ma allora?». Lo capisco perfettamente. Però la storia di Laura Antonelli mi tocca davvero da vicino e io spero che, smuovendo le acque - che molte volte anzi troppo spesso sono ferme e stagnanti - le cose possano cambiare anche per altri. (Lino Banfi - http://www.corriere.it/)

mercoledì 2 giugno 2010

64° Anniversario della Repubblica Italiana

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Messaggio del Presidente Giorgio Napolitano in occasione della Festa Nazionale della Repubblica
COMUNICATO
L'Ufficio stampa della Presidenza della Repubblica rende noto il testo del video messaggio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della Festa nazionale della Repubblica:
"Un augurio affettuoso a quanti vivono e operano nel nostro paese per la festa che celebriamo insieme : festa dell'Italia che si unì e si fece Stato 150 anni orsono, festa della Repubblica che il popolo scelse liberamente il 2 giugno 1946.In questo momento, sentirsi nazione unita e solidale, sentirsi italiani, significa riconoscere come problemi di tutti noi quelli che preoccupano le famiglie in difficoltà, quelli che nei giovani suscitano, per effetto della precarietà e incertezza in cui si dibattono, pesanti interrogativi per il futuro.Parlo dei problemi del lavoro e della vita quotidiana, dell'economia e della giustizia sociale. Stiamo attraversando, nel mondo e in particolar modo in Europa, una crisi difficile : occorre dunque un grande sforzo, fatto anche di sacrifici, per aprire all'Italia una prospettiva di sviluppo più sicuro e più forte. Per crescere di più e meglio, assicurando maggiore benessere a quanti sono rimasti più indietro, l'Italia deve crescere tutta, al Nord e al Sud. Si deve, guardando ai giovani, promuovere una migliore educazione e formazione, fare avanzare la ricerca scientifica e tecnologica, elevare la produttività del nostro sistema economico : solo così si potrà creare nuova e buona occupazione. Il confronto tra le opposte parti politiche deve concorrere al raggiungimento di questi risultati, e non produrre solo conflitto, soltanto scontro fine a sé stesso.Si discutano in questo spirito le decisioni che sono all'ordine del giorno; si scelga in questo spirito - nel Parlamento, nelle istituzioni regionali e locali e nella società - tra le diverse proposte che si dovranno liberamente esprimere.Ci accomuni un forte senso delle responsabilità cui fare fronte perché l'Italia consolidi la sua unità, si rinnovi, divenga più moderna e più giusta e si dimostri capace di dare il suo contributo alla causa della pace e della giustizia nel mondo.
Buon 2 giugno a tutti."
Roma, 1° giugno 2010
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"Dobbiamo lavorare insieme per la sicurezza e il benessere comune: in Italia e in Europa"
"In un mondo sempre più interdipendente, non potrà esservi vera sicurezza se permarranno focolai di minaccia; non potrà esservi vero benessere se anche soltanto una parte dell'umanità sarà costretta a vivere nell'indigenza. Dobbiamo lavorare insieme per la sicurezza e il benessere comune: insieme in Italia, insieme in Europa". È quanto si legge nel messaggio inviato alle Forze Armate dal Presidente Napolitano che questa mattina ha reso omaggio alla Tomba del Milite Ignoto ed è intervenuto alla Rivista Militare ai Fori Imperiali.
"Le Forze Armate - ha sottolineato il Capo dello Stato - sono da anni impegnate in tanti teatri di crisi. La comunanza di intenti e la sinergia di azione che esse esprimono nei confronti dei contingenti degli altri paesi, della cooperazione civile e delle organizzazioni internazionali sono cruciali per la costruzione di una nuova sicurezza condivisa, fondamento di un nuovo benessere collettivo".
"I riconoscimenti che pervengono ai nostri militari dai colleghi sul campo, dalle popolazioni che essi assistono e dalle Nazioni amiche - ha aggiunto il Presidente Napolitano - sono la prova più eloquente della qualità del loro impegno e della credibilità che si sono conquistati nelle missioni di pace e di sicurezza al servizio della comunità internazionale.Le Forze Armate hanno ora di fronte una nuova sfida, quella di costruire una difesa europea realmente integrata.Il mio auspicio è che questo grande passo sia compiuto rapidamente e con successo e che costituisca avanguardia di un'Europa politica finalmente unita".
"Nel celebrare il sessantaquattresimo anniversario della Repubblica Italiana - si legge nel messaggio - raccolto dinanzi al mausoleo del Milite Ignoto, il mio primo deferente pensiero va ai militari di ogni arma, grado e specialità che hanno perso la vita nell'adempimento del dovere al servizio della Patria. Il 2 giugno del 1946 ha avuto inizio un periodo nuovo e straordinario nella storia dello stato nazionale unitario. Abbiamo vissuto anni non sempre facili, anni di duro lavoro resi però fecondi dalla forza propulsiva dei valori della nostra Carta Costituzionale: democrazia, libertà, eguaglianza, giustizia.Su quei valori fondanti abbiamo costruito l'Italia di oggi, soggetto protagonista della comunità internazionale e di un'Europa che è chiamata a rafforzare la sua unità".
Al termine della cerimonia ai Fori Imperiali, il Capo dello Stato, in un messaggio inviato al Ministro della Difesa, Iganzio La Russa, ha espresso il proprio compiacimento per il pieno successo dell'evento. "I reparti hanno sfilato - ha scritto il Presidente Napolitano - con il consueto, ammirevole impegno e la folta, calorosa partecipazione dei cittadini ha confermato, ancora una volta, quanto affetto il popolo italiano nutra per le sue Forze Armate e quanto sia salda la sua fiducia nei valori della democrazia e della Patria". "Ho altresì apprezzato come - ha concluso il Presidente il messaggio - anche quest'anno ella abbia voluto conferire all'evento toni di sobrietà, senza nulla togliere al valore della celebrazione".