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IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

lunedì 15 agosto 2011

Il Punto dell'On.le Marco Zacchera del PdL

n. del 15 Agosto 2011

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MANOVRA DA RISCRIVERE
Sull’ultimo numero de IL PUNTO commentavo la manovra finanziaria di luglio che però è già la “penultima” visto quella messa in campo in questi giorni. Dico subito che occorre approfondirla nei dettagli perchè vedo luci ed ombre.
La prima cosa che mi stupisce è la rapidità delle scelte: capisco quando si aumenta di un “tot” una aliquota, ma mettere in campo un decreto che tocca decine di argomenti diversi lascia interdetti: o lo si pensava da molto tempo (ma perché allora negarlo nei mesi scorsi?) oppure è frutto di eccessiva fretta con il solito rischio di cambiarne poi molte parti in corso d’opera e di non averle approfondite abbastanza.
Da quello che si legge vi sono cose importanti (vedi il “contributo di solidarietà” per i redditi alti, eufemismo per non dire che aumentano le aliquote) ad ulteriori tagli agli Enti Locali (mirati o generici? Siamo alle solite) alla eliminazione di un po’ di province e comuni fino ad arrivare alle minute sciocchezze di puro stampo demagogico come i parlamentari che viaggeranno in classe economica rispetto alla business. (Ma quando mai si è viaggiato in business? Piuttosto non si capisce perché da Milano a Roma non vi sia un accordo con Easyjet per risparmiare rispetto a tariffe Alitalia da capogiro…). Insomma il solito minestrone di decine di materie diverse.
Dei tanti aspetti una cosa mi tocca direttamente : sparirebbe la provincia di Verbania e se la legge non cambierà dico subito che io NON voterò una manovra che contenga questa norma. Non lo farò perché non c’è un dato serio mi si dimostri il costo aggiuntivo di una struttura provinciale rispetto ai servizi che dà alla gente né – soprattutto – al valore dei servizi che la presenza delle strutture dello Stato danno al territorio. Come sindaco non ammetterò mai di togliere alla mia città i comandi provinciali, la questura (tra l’altro finalmente in costruzione: dieci milioni spesi e adesso la buttiamo giù?) la prefettura e così via: Significherebbe non solo perdere “importanza” cittadina, ma indotto, lavoro e servizi. Non servono prefettura e questura? Ditelo alle migliaia di cittadini stranieri che devono rinnovare il permesso di soggiorno. Non servono i comandi provinciali? Ma quanto vale il concetto di “sicurezza” che indubbiamente abbiamo e godiamo dalle nostre parti da quando ci sono strutture e servizi adeguati?
Si possono tagliare tante voci, ridurre competenze, smagrire guarnigioni ma è assurdo togliere servizi alla gente che li paga profumatamente. Valutiamo piuttosto quanti dipendenti abbia la provincia di Caltanissetta rispetto a quella di Verbania, quanto costa pro-capite ai cittadini e mettiamo dei tetti dei spesa. Diciamoci la verità: ultimamente sono nate diverse province inutili, demagogiche come quelle ancora sconosciute in Sardegna, altre non servono più (Milano divisa con Lodi e Monza-Brianza è composta in pratica dal solo comune di Milano...) ma non si può non tener conto che servono degli enti intermedi sopra comunali se si vogliono gestire le cose. Tagli dei comuni: anche qui, ma siamo sicuri che si risparmia? “Si taglieranno 54.000 poltrone” titolano trionfanti i giornali, ma mi spiegate come sia comoda la “poltrona” del sindaco di Aurano, di Caprezzo o di Intragna, pugni di case qui sui monti alle spalle della mia città? Forse è opportuno ridurre i municipi, ma è una “poltrona” quella del sindaco o degli assessori di un comune abitanti dove spesso lo si fa gratis e si lavora senza orario? E’ così che si sistema il bilancio dello stato?
Sono solo piccoli esempi per dire che la generalizzazione delle cose è sbagliata e tante volte mi sembra proprio che al Ministero dell’Economia nemmeno si conoscono le realtà locali, salvo “salvare” la provincia di Sondrio, forse perché lì ci abita il ministro Tremonti.
Perché allora mi si spieghi perché deve restare una provincia se ha 3.000 kmq (Sondrio) rispetto a province che abbiano almeno 60 o 70 comuni (Prato ne ha 8!), oppure siano comunque per l’80 o il 90% in montagna.
Se la provincia è prima di tutto “coordinamento” ci sarebbe un senso, magari mettendo un assessorato alla montagna forte ed eliminando del tutto le ex comunità montane.
Certo che siamo all’emergenza ma allora si poteva intanto ritoccare qualche aliquota dell’IVA, mettere (come è stato fatto) aliquote maggiori ai redditi più alti senza scassare per l’ennesima volta un sistema per il quale si decide in un giorno con superficialità, ma poi si crea “un ordinario casino” come è il caso attuale delle municipalizzate, dei consorzi, dei servizi associati comunali, ecc. dove il sovrapporsi di leggi, controleggi e referendum e norme statali e regionali ha creato un caos tale in cui non si capisce più nulla, tutto resta come prima e temo che – negli interstizi interpretativi – continuino però sprechi e malaffare .
Vedremo passo per passo, ma con il testo di oggi io non voterò questa legge.
Marco Zacchera

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