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sabato 25 febbraio 2012

Processo Mills: Silvio Berlusconi viene prosciolto

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Dopo cinque anni di assalti giudiziari, il Tribunale di Milano ha prosciolto Silvio Berlusconi per intervenuta prescrizione del reato. I P.M. perdono ancora. Il Cav, non in aula: "Rammaricato per non assoluzione". La difesa: "Impugneremo verdetto".

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I giudici della decima sezione penale del tribunale di Milano hanno prosciolto Silvio Berlusconi per intervenuta prescrizione.
L'ex presidente del Consiglio era accusato di aver corrotto il legale inglese David Mills con 600mila dollari in cambio di due testimonianze reticenti nei processi All Iberian e per tangenti alla guardia di finanza. La decisione è arrivata dopo 2 ore e mezzo di Camera di Consiglio. Le motivazioni saranno pronte tra 90 giorni. Il Cavaliere, non era in aula ma a villa Certosa, in Sardegna, avrebbe commentato: "Sono rammaricato per la mancata assoluzione". La difesa ha comunque preannunciato che intende impugnare il verdetto in Appello per ottenere la piena assoluzione.
Nodo prescrizione - Tutto dipendeva da quando far iniziare il reato (e la cassazione per Mills ha indicato la data del novembre 1999, ndr) e da difficili calcoli applicati agli 'stop' e alle riprese del procedimento. Cosa non facile anche perché le opinioni si dividono soprattutto su un punto: quando far ripartire le lancette della prescrizione in occasione dei verdetti della Consulta.
La difesa - La difesa dell'ex premier ha accolto la sentenza con moderata soddisfazione. Di fatto, la Corte ha accolto in parte la linea dei legali Ghedini e Longo, secondo cui la prescrizione era già intervenuta al più tardi agli inizi di questo mese. Ma proprio Piero Longo non nasconde una certa irritazione. "Una sentenza così è da impugnare tutta la vita...". Porte aperte, dunque, a un ricorso per ottenere l'assoluzione piena. In ogni caso, "una prescrizione a Milano per Berlusconi è un successo tanto che gli avversari politici parleranno di scandalo". "E' una sentenza che non ci soddisfa del tutto ma nemmeno ci dispiace", ha spiegato Niccolò Ghedini. Quasi sicuro il ricorso in Appello contro la sentenza con "l'auspicio di un'assoluzione piena perché Berlusconi se la merita". E il Cav? "L'abbiamo informato, lui ha preso atto della sentenza, non ha detto nulla e gli parleremo dopo".
L'accusa - Visibilmente delusa, invece, l'accusa. "Inutile commentare", ha detto a caldo il pm Fabio De Pasquale, secondo cui la prescrizione sarebbe scattata invece tra maggio e metà luglio prossimi. Ecco perché la richiesta era stata di 5 anni di carcere. Probabile anche in questo caso l'impugnazione della sentenza.
La politica - Il mondo politico inizia a commentare. Su Twitter, il segretario del Pdl Angelino Alfano si è limitato a comunicare la notizia del proscioglimento del Cav. Il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri annuncia "una crociata contro i giudici", sottolineando come "Berlusconi è sicuramente innocente nel merito". Il Pd è amareggiato: "Oggi lo Stato ha perso - sostiene la capogruppo in Commissione giustizia Donatella Ferranti -, siamo al paradosso di avere un corrotto senza un corruttore".

Il Pdl esulta e attacca. Il Pd è deluso e... attacca. Come prevedibile, la sentenza sul processo Mills con cui il Tribunale di Milano ha prosciolto per avvenuta prescrizione Silvio Berlusconi dall'accusa di corruzione in atti giudiziari divide il mondo politico. Su Twitter, il segretario del Pdl Angelino Alfano si è limitato a comunicare la notizia del proscioglimento del Cav. Il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri annuncia "una crociata contro i giudici", sottolineando come "Berlusconi è sicuramente innocente nel merito". Il Pd è amareggiato: "Oggi lo Stato ha perso - sostiene la capogruppo in Commissione giustizia Donatella Ferranti -, siamo al paradosso di avere un corrotto senza un corruttore". E anche il leader Idv Antonio Di Pietro grida allo scandalo.
Pdl combattivo -"Finita la folle corsa del pm e il tentativo di taroccare il calcolo della di prescrizione pur di ottenere condanna, solo morale, di Berlusconi”, ha aggiunto poi sempre su Twitter Alfano, ex ministro della Giustizia. Il segretario guida la carica degli azzurri contro i pm milanesi. "Adesso viene da chiedersi chi, in questo periodo di grave crisi, pagherà per questo spreco di soldi, energie, uomini e mezzi profuso in un processo che era già morto, solo nella speranza di colpire e affondare l’ex presidente del Consiglio", ricorda Luca D'Alessandro. "E' stata evitata la condanna di un innocente anche se in tutti questi anni Berlusconi è stato scientificamente attaccato sul piano giudiziario dai settori politicizzati della magistratura", sottolinea il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto. Durissimo il capogruppo al Senato Gasparri: "Il pm De Pasquale si è dimostrato inattendibile, non può continuare a fare il magistrato". Per Gianfranco Rotondi "questa decisione di proscioglimento diciamo che riconcilia con un'idea della giustizia non di parte". Resta però il tema della riforma della giustizia: "La prescrizione non restituisce al presidente Berlusconi il diritto ad una piena difesa per dimostrare la sua innocenza, ma rende vano e inutile l’accanimento giudiziario che Berlusconi ha subito e che nessuno potrà risarcire".


Sinistra arrabbiata - "Ancora una volta la prescrizione salva Berlusconi dalle sue responsabilità. Resta, però, il fatto obiettivo che i giudici, anche in esito al dibattimento, non hanno potuto procedere all'assoluzione 'per non aver commesso il fatto' perché, evidentemente, il fatto l'ha commesso eccome", s'infervora il leader Idv e manettaro Doc, Antonio Di Pietro. Il suo collega di partito Leoluca Orlando aggiunge: "La magistratura accerta i fatti e applica la legge. I fatti confermano per intero la gravità dei comportamenti di Silvio Berlusconi, le leggi confermano come negli anni passati il Parlamento sia stato sequestrato dall'imputato Berlusconi per garantire prescrizioni brevi e processi lunghi". E il segretario Pd Pier Luigi Bersani ci prova. Ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa lancia la sfida a Berlusconi: "Se cerca l'assoluzione può sempre rinunciare alla prescrizione e credo che Ghedini lo sappia". "Le sentenze vanno rispettate - non si sbilancia il futurista Italo Bocchino -. Sicuramente c'è stato un clima politico molto duro dovuto agli eccessi di Berlusconi contro la magistratura e di coloro che hanno auspicato di risolvere il berlusconismo con la magistratura".
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E’ calato il sipario sul processo Mills. Almeno per il primo grado. Il procedimento è cominciato nel 2007 e vedeva imputati insieme Silvio Berlusconi e il legale inglese David Mills, entrambi con l’accusa di corruzione in atti giudiziari. Secondo la procura infatti l’ex premier avrebbe fatto avere all’avvocato 600 mila dollari perché testimoniasse il falso in due processi alla fine degli anni Novanta (tangenti alla Guardia di Finanza e All Iberian).
13 marzo 2007: inizia il processo davanti alla decima sezione penale presieduta da Nicoletta Gandus.
dicembre 2007: il Pm Fabio De Pasquale modifica il capo d’imputazione spostando in avanti la data del presunto reato, a febbraio 2000 invece che a febbraio 1998. Il momento in cui Mills avrebbe ritirato il denaro e non quando Berlusconi lo avrebbe versato.
marzo 2008: viene varato il Lodo Alfano che blocca i processi per le massime cariche dello Stato. 4 ottobre 2008: il Tribunale di Milano trasmette gli atti alla Consulta e stralcia la posizione di Berlusconi, sdoppiando così il processo: prosegue per Mills e si ferma in attesa che la Consulta si pronunci sulla costituzionalità della norma blocca - processi.
17 febbraio 2009: Mills è condannato a 4 anni e 6 mesi ed interdetto per 5 anni dai pubblici uffici e dovrà risarcire 250mila euro alla presidenza del consiglio, parte civile.
27 ottobre 2009: La Corte d’appello conferma la sentenza di primo grado ma successivamente la Cassazione annulla senza rinvio perchè il reato è estinto per prescrizione anche se "risulta verificata la sussistenza degli estremi di reato di corruzione in atti giudiziari".
dicembre 2009: riparte il dibattimento per Silvio Berlusconi davanti a un altro Tribunale, questa volta presieduto da Francesca Vitale. Subito fermato da un’altra legge, quella sul legittimo impedimento. Atti alla Corte Costituzionale e nuova pausa.
marzo 2011: nuova partenza. Da ex capo del Governo, Berlusconi cambia strategia e si presenta spesso davanti ai giudici, senza mai prendere la parola, se non fuori dall’aula quando respinge con sdegno le accuse ("è un processo di pura fantasia"). I suoi avvocati battagliano col collegio in più occasioni e guadagnano tempo grazie alla lunghissima deposizione di Mills, dilatata anche per i problemi al cuore del legale inglese. Chiedono anche di ricusare i giudici sostenendo che il taglio dei testimoni della difesa e altre decisioni esprimano una volontà di condanna.
15 febbraio 2012: il pm chiede la condanna di Berlusconi a 5 anni e al risarcimento di 250 mila euro alla presidenza del consiglio dei ministri.
22 febbraio 2012: La Corte d’Appello respinge la richiesta di ricusazione. Si va a sentenza.



Le richieste degli avvocati - I legali di Berlusconi hanno insistito molto su quello che ritengono il 'peccato originalè del processo, l’aver considerato Mills come testimone, circostanza che ha dato vita a un "un processo costruito sul nulla". Il legale inglese andava indagato nel 1995 per concorso esterno in falso in bilancio e, quindi, "mai avrebbe potuto assumere la veste di testimone e fare una falsa testimonianza", hanno spiegato Niccolò Ghedini e Piero Longo nelle arringhe concluse con la richiesta di assolvere Silvio Berlusconi dall’accusa di corruzione in atti giudiziari. I legali dell’ex premier hanno elencato una serie di "anomalie" a cominciare dalla decisione del vecchio collegio del processo di separare le posizioni dei due imputati. "Non si può fare in un processo in cui è contestato un reato a concorso necessario come la corruzione, in realtà processarono Tizio per condannare Caio", ha affermato Longo. Ghedini ha ricordato che in aula, nel gennaio scorso, quando nel fissare un’udienza successiva per far continuare la deposizione di Mills venne proposta la data del 13 e del 14 febbraio il pm Fabio De Pasquale pronunciò le parole: "post mortem". "Dunque il pm sapeva che la prescrizione sarebbe stata al massimo a febbraio, ma in aula in sede di requisitoria ha avuto il coraggio di parlare di maggio e addirittura di luglio". Longo ha anche sottolineato che la pubblica accusa "non ha mai parlato di concorso di persona. Dov'è il concorso di persona tra Mills e Berrnasconi (defunto manager di Fininvest che avrebbe versato i soldi della corruzione per conto di Berlusconi), chiamato in causa solo perchè è morto?".

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