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L’America Latina, un continente solido tornato protagonista sullo scenario internazionale, chiede all’Europa più concretezza e più coraggio per diventare non più soltanto un modello di sviluppo e integrazione, ma finalmente quel partner che il subcontinente aspetta ormai da tempo. E l’Italia si candida oggi ad essere un interlocutore utile per costruire un ponte più robusto tra Europa e continente latinoamericano.
È stato il Ministro degli Affari Esteri, Massimo D’Alema, a chiudere la III Conferenza Nazionale Italia-America Latina e Caraibi, convinto che i tanti incontri bilaterali e umani tenutisi nel corso della “due giorni” alla Farnesina siano il segno evidente che questa iniziativa italiana era necessaria e soprattutto attesa. D’Alema ha detto:
“Corre un parallelo nei rapporti che l’Europa e l’Italia hanno sempre coltivato con l’America Latina. Un parallelo in negativo, perché per troppo tempo il vecchio continente ed il nostro Paese hanno quasi dimenticato l’altra sponda a sud dell’oceano. 18 anni di negoziato tra Ue e Mercosur, un negoziato rallentato dagli egoismi e dalle paure di alcuni grandi Stati europei, sono davvero troppi. Ed anche l’Italia sembrava non cogliere le potenzialità di un più proficuo rapporto con il Sud America. È l’ora della svolta. Il nostro governo ha rilanciato con grande impeto l’iniziativa italiana verso l’America Latina, ed in pochi mesi la nostra scelta strategica si è già delineata”. “Un programma intenso, dunque, al quale si affianca il crescente interesse di tutta la società civile ed economica. Ecco perché, proprio qui, abbiamo deciso di aderire alla Corporación Andina de Fomento (CAF), principale banca multilaterale regionale e attore di primo piano dello sviluppo sostenibile e dell’integrazione del continente latinoamericano. L’Italia sarà il primo Paese non latinoamericano, dopo la Spagna, ad entrare a far parte dell’importante organismo, dimostrando di essere un partner economico e politico attento e affidabile. È una sfida che il nostro Paese può affrontare, forte del legame che la lega ai Paesi sudamericani, un legame che viene dal sacrificio e dal sangue. Tra le grandi potenze europee, l’Italia è infatti l’unica a non avere un rapporto di potenza con l’America Latina, bensì un rapporto di popolo. Non siamo mai stati colonizzatori, ma gli italiani sono oggi una parte vitale e creativa dei Paesi latinoamericani. Questi nostri connazionali rappresentano anche la ragione di un impegno a cui l’Italia non può venire meno. Questi italiani hanno cominciato a costruire l’America Latina prima ancora che esistesse l’Italia Unita. Ricordo che il Circolo Unione e Benevolenza nel cuore di Buenos Aires è stato fondato prima che nascesse l’Italia da un gruppo di esuli garibaldini della Repubblica Romana. Gli italiani sono una grande risorsa per il nostro paese. Il loro forte e duplice legame con l’Italia e le nazioni di residenza rappresenta una grande opportunità per il rafforzamento del lavoro comune fra Italia, Europa ed America Latina”. “Non si tratta di porsi in competizione con gli altri amici europei che già da tempo hanno colto il potenziale di questo rapporto, primi fra tutti Spagna e Portogallo, ma di lavorare in collaborazione con essi, per un ordine internazionale più giusto, fondato su una rete di cooperazione con tutte le regioni del mondo”. “L’Europa ha di fronte a sé un continente solido, che vive una crescita economica senza precedenti, persino al di sopra di quella mondiale. Un risultato straordinario, che non era previsto, ma grazie al quale l’America Latina è tornata protagonista nel mondo. Merito di una positiva congiuntura internazionale, certo, ma anche di un rinnovato impegno da parte delle classi dirigenti democratiche e delle loro politiche attente alla società e alle giovani generazioni, che sono le leve dello sviluppo e della crescita”. “Ora, l’America Latina deve guardare necessariamente a due grandi sfide: da un lato lo sviluppo, che non si riduce solo al momento attuale, ma deve pensare a riserve da investire in un grande progetto continentale per le infrastrutture materiali ed il capitale umano, così da dare una base più solida alla crescita; e dall’altro tradurre tale crescita in crescita umana e sociale, con l’abbattimento della povertà e delle disuguaglianze”. “In tal senso l’America Latina guarda con simpatia all’Europa anche perché rappresenta un modello di progetto continentale di integrazione e sviluppo. Per il Sud America è infatti importante che vadano avanti i processi di integrazione regionale. Ciò non è semplice. Noi siamo partiti da una cooperazione economica, la Comunità del Carbone e dell’Acciaio. Concreti dovranno essere anche i passi compiuti dal Sud America, ma intanto gli accordi con l’Unione Europea possono incoraggiare l’integrazione latinoamericana, perché si accompagnano alla condivisione di valori e ad un approccio multilaterale che fanno sì che, ai tavoli internazionali, Europa e America Latina si trovino quasi sempre dalla stessa parte. Questa è la via maestra. E allora lavoriamo insieme con scrupolo, perché ciò di cui discutiamo oggi si realizzi nell’interesse reciproco. L’appuntamento di Lima, dove nel 2008 si terrà il vertice Unione Europea-America Latina e Caraibi, sarà senz’altro l’occasione per dare impulso ai negoziati in corso, ma lì l’Europa dovrà presentarsi con più concretezza e più coraggio, vincendo i protezionismi che ancora sopravvivono al suo interno. Intanto, ha concluso il Ministro, questa Conferenza ha dimostrato che l’Italia vuole fare la sua parte, non in uno spirito nazionalistico, ma al servizio dell’Europa”.
Il Presidente del Senato Franco Marini, dopo aver ricordato che in Sud America vive un’altra Italia, ha sottolineato come i processi d’integrazione regionali dell’America Latina debbano andare al di là del commercio e interessare anche l’ambito politico e culturale. “Il rilancio della presenza dell’Italia in questo continente - ha detto Marini - si inserisce in una fase di forte dinamismo e consolidamento democratico dell’area latino americana. Una stabilità anche istituzionale che favorisce la competitività di questi paesi sulla scena internazionale e la loro crescita economica. Questa espansione rappresenta per l’America Latina un’occasione storica per realizzare le necessarie riforme e per legare la crescita alla modernizzazione strutturale ed alla garanzia di una maggiore equità sociale”. Marini ha annunciato l’attivazione, da parte del Senato Italiano, di rapporti bilaterali con le assemblee parlamentari dell’America Latina.
Il Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale Cesare Damiano ha affermato: “La coesione sociale e la lotta alla povertà sono tra gli elementi centrali delle relazioni fra Europa e America Latina. Sviluppare il dialogo e le collaborazioni su questo terreno sociale significa mettere al centro della discussione anche il lavoro che in entrambi i continenti va tutelato lottando per le libertà sindacali, la sicurezza e contro l’occupazione sommersa. Accanto alle politiche attive per il lavoro va promossa la formazione permanente che consente la ricollocazione sul mercato dei disoccupati. In questo campo il ministero del Lavoro ha avviato all’estero alcuni progetti, basati sullo scambio di buone pratiche, che si collegano anche alle presenza degli italiani in America Latina”.
Il vice Ministro degli Esteri Patrizia Sentinelli ha sostenuto la necessità di mantenere inalterati i flussi della cooperazione italiana nei confronti dell’America Latina ed ha evidenziato come l’aiuto allo sviluppo per questa regione non possa essere cancellato per motivi storici e culturali, Necessarie invece attenzioni particolari che consentano d’innovare le tipologie d’intervento della cooperazione. Nuovi programmi che, secondo il vice ministro, dovranno puntare sul rafforzamento della coesione sociale, sulla valorizzazione della cooperazione decentrata, sul sostegno all’economia solidale e su una maggiore partecipazione delle comunità locali, delle donne e dei giovani ai processi di sviluppo. Prioritari per la nostra cooperazione anche le emergenze dei mutamenti climatici e gli interventi per la lotta alla fame e la tutela sanitaria dei bambini.
Il Segretario Generale della Uil Luigi Angeletti, in rappresentanza delle Confederazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, ha auspicato un rilancio della cooperazione sociale in America Latina attraverso un maggiore coordinamento degli interventi anche a livello internazionale.
Vasco Errani, presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, ha parlato della realizzazione di un’intesa fra il Governo e le Regioni per le attività della cooperazione decentrata. “In America Latina - ha detto Errani - dobbiamo muoverci come sistema paese, attraverso una progettazione integrata e coordinata che metta in valore le diverse energie dei tanti protagonisti che fanno cooperazione decentrata e consenta di triangolare le iniziative con l’Unione Europea”.
Il Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, oltre a sottolineare l’importanza della candidatura di Milano alla Expo’ 2015, ha ricordato i vincoli storici, umani e migratori che legano l’Italia all’America Latina.
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