Spagna campione del mondo. Storica prima volta: decide Iniesta. La nazionale di Del Bosque batte 1-0 l'Olanda a Johannesburg e conquista la Coppa, impresa che non le era mai riuscita in passato. Nel secondo supplementare, dopo l'espulsione di Heitinga arriva il gol del centrocampista del Barça al 116', a lungo contestato dagli oranje.
I tedeschi invece conquistano il terzo posto al termine di una gara divertentissima. Finisce 3 a 2 con l'Uruguay. Segnano Müller, Cavani, Forlan, Jensen e Khedira. Forlan allo scadere colpisce una clamorosa traversa.
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FINALE DEL MONDIALE DEL SUDAFRICA11 Luglio 2010 - Ore 20:30 - SPAGNA - OLANDA 1-0
FINALINA PER IL TERZO E QUARTO POSTO
10 Luglio 2010 - Ore 20:30 - GERMANIA - URUGUAY 3-2
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JOHANNESBURG (Sudafrica), 11 luglio 2010 - Campeones. La Spagna è campione del mondo. Grazie ad una rete di Iniesta, che al 116’ trafigge un’Olanda insolitamente sprecona al termine di una partita dura, in qualche circostanza cattiva, col cuore in gola, non bellissima, ma piena di occasioni, nonostante il risultato striminzito. La squadra di Del Bosque firma così una clamorosa doppietta: Europeo più Mondiale, come in passato avevano saputo fare solo Germania e Francia (i trasalpini a rovescio, però, vincendo prima il Mondiale). L’Olanda non riesce a scrollarsi di dosso l’etichetta di magnifica perdente: Robben, il più pericoloso dei suoi, avrà però gli incubi per parecchi giorni dopo aver sprecato l’inverosimile solo davanti ad un favoloso Casillas.
La partita è stata tosta dall’inizio, equilibrata, ed è diventata vibrante con il passare dei minuti, quando la stanchezza ha aperto gli spazi e le difese. Allora le occasioni sono arrivate. Tante, ma non concretizzate. All’undicesimo cartellino giallo (poi ne sono arrivati altri tre) è uscito dal taschino dell’arbitro inglese Webb anche quello rosso, ad Heitinga. Che può aver fatto la differenza.
La Roja parte al galoppo. Spingendo forte sulla destra, con Sergio Ramos, che quando può scatenare la progressione fa paura. E va vicino al gol due volte: prima di testa (bravo Stekelenburg), poi con un tiro-cross che Heitinga chiude in angolo davanti alla porta vuota. La Spagna continua a spingere, vede le crepe che si aprono in mezzo alla difesa arancione che si apre ad ogni affondo. Vulnerabile da non crederci. E così è Villa a provarci con un sinistro al volo che colpisce l’esterno della rete e fa gridare al gol la ridotta porzione di stadio che tifa per gli spagnoli. Il primo quarto d’ora è tutto Spagna, dunque, che però, come spesso le accade, non concretizza quanto creato.
Dopo aver resistito in apnea, l’Olanda infatti riemerge da sott’acqua. Solida nel mezzo, cattiva quando occorre, e anche non occorrerebbe. Fioccano i cartellini gialli: 4 in poco più di 20’. E De Jong poi rischia il rosso per un’entrataccia su Xabi Alonso. La gara diventa muscolare, la Spagna non ha colto l’attimo. E ora regna l’equilibrio. Chiude il tempo meglio la rinfrancata squadra di Van Marwijk. Che sfiora la beffa con Heitinga, che nel restituire palla agli spagnoli "rischia" di trafiggere Casillas, che valuta male il rimbalzo. L’unica palla gol per gli oranje arriva così: è tutto dire. All’intervallo è 0-0.
Le squadre rientrano in campo con gli stessi 11 di partenza. E la gara stenta a decollare. Poco calcio, tanti calci. Poi Sneijder, dopo aver giocato a nascondino, si ricorda di essere il valore aggiunto dei suoi. Inventa un’apertura deliziosa, col contagiri, per Robben, che lascia di stucco la difesa spagnola, ma solo davanti a Casillas si fa ipnotizzare dal capitano spagnolo. Strepitoso. Una parata che vale un gol. E’ il 17’ del secondo tempo, spartiacque della gara.
La Spagna replica con Villa, che sfiora il vantaggio dopo un erroraccio di Heitinga. La gara è bruttina, giocata soprattutto sui nervi. Dura, spigolosa. C’è anche paura, adesso, perché un errore può essere fatale. La squadra di Del Bosque va vicina all’1-0 con Sergio Ramos, il più pericoloso dei suoi, che solissimo a centroarea di testa mette alto. Non ha avuto come Robben il tempo di pensarci su, ma lo spreco è da mani nei capelli. Uno spreco per uno. E sempre 0-0. Nel finale c’è un’altra fiammata di Robben, un razzo, che scherza Puyol in velocità ma Casillas gli chiude ancora la porta. E’ il duello più bello della partita. Al 93’ è ancora 0-0. Supplementari.
La stanchezza diventa un fattore. E rende la gara divertente. Perché le squadre si allungano, la lucidità viene meno, gli spazi si aprono. Fabregas e Mathijsen si mangiano un gol a testa nello spazio di un minuto. Poi Navas, peperino indiavolato sulla destra, colpisce l’esterno della rete. Tanti errori, ma la gara è finalmente divertente. All’inizio del secondo tempo Heitinga, pessimo, viene espulso per doppia ammonizione: secondo giallo per fallo su Iniesta. Van Bommel scala centrale. Ma non riesce a fermare Iniesta, che lanciato da Fabregas, segna il gol che vale una carriera. Proteste a non finire degli oranje (lamentano la mancata concessione di un corner pochi istanti prima, sugli sviluppi di una punizione di Sneijder), mentre il "manchego" festeggia la sua prodezza. Quella che regala alla Spagna il suo primo titolo mondiale.
La partita è stata tosta dall’inizio, equilibrata, ed è diventata vibrante con il passare dei minuti, quando la stanchezza ha aperto gli spazi e le difese. Allora le occasioni sono arrivate. Tante, ma non concretizzate. All’undicesimo cartellino giallo (poi ne sono arrivati altri tre) è uscito dal taschino dell’arbitro inglese Webb anche quello rosso, ad Heitinga. Che può aver fatto la differenza.
La Roja parte al galoppo. Spingendo forte sulla destra, con Sergio Ramos, che quando può scatenare la progressione fa paura. E va vicino al gol due volte: prima di testa (bravo Stekelenburg), poi con un tiro-cross che Heitinga chiude in angolo davanti alla porta vuota. La Spagna continua a spingere, vede le crepe che si aprono in mezzo alla difesa arancione che si apre ad ogni affondo. Vulnerabile da non crederci. E così è Villa a provarci con un sinistro al volo che colpisce l’esterno della rete e fa gridare al gol la ridotta porzione di stadio che tifa per gli spagnoli. Il primo quarto d’ora è tutto Spagna, dunque, che però, come spesso le accade, non concretizza quanto creato.
Dopo aver resistito in apnea, l’Olanda infatti riemerge da sott’acqua. Solida nel mezzo, cattiva quando occorre, e anche non occorrerebbe. Fioccano i cartellini gialli: 4 in poco più di 20’. E De Jong poi rischia il rosso per un’entrataccia su Xabi Alonso. La gara diventa muscolare, la Spagna non ha colto l’attimo. E ora regna l’equilibrio. Chiude il tempo meglio la rinfrancata squadra di Van Marwijk. Che sfiora la beffa con Heitinga, che nel restituire palla agli spagnoli "rischia" di trafiggere Casillas, che valuta male il rimbalzo. L’unica palla gol per gli oranje arriva così: è tutto dire. All’intervallo è 0-0.
Le squadre rientrano in campo con gli stessi 11 di partenza. E la gara stenta a decollare. Poco calcio, tanti calci. Poi Sneijder, dopo aver giocato a nascondino, si ricorda di essere il valore aggiunto dei suoi. Inventa un’apertura deliziosa, col contagiri, per Robben, che lascia di stucco la difesa spagnola, ma solo davanti a Casillas si fa ipnotizzare dal capitano spagnolo. Strepitoso. Una parata che vale un gol. E’ il 17’ del secondo tempo, spartiacque della gara.
La Spagna replica con Villa, che sfiora il vantaggio dopo un erroraccio di Heitinga. La gara è bruttina, giocata soprattutto sui nervi. Dura, spigolosa. C’è anche paura, adesso, perché un errore può essere fatale. La squadra di Del Bosque va vicina all’1-0 con Sergio Ramos, il più pericoloso dei suoi, che solissimo a centroarea di testa mette alto. Non ha avuto come Robben il tempo di pensarci su, ma lo spreco è da mani nei capelli. Uno spreco per uno. E sempre 0-0. Nel finale c’è un’altra fiammata di Robben, un razzo, che scherza Puyol in velocità ma Casillas gli chiude ancora la porta. E’ il duello più bello della partita. Al 93’ è ancora 0-0. Supplementari.
La stanchezza diventa un fattore. E rende la gara divertente. Perché le squadre si allungano, la lucidità viene meno, gli spazi si aprono. Fabregas e Mathijsen si mangiano un gol a testa nello spazio di un minuto. Poi Navas, peperino indiavolato sulla destra, colpisce l’esterno della rete. Tanti errori, ma la gara è finalmente divertente. All’inizio del secondo tempo Heitinga, pessimo, viene espulso per doppia ammonizione: secondo giallo per fallo su Iniesta. Van Bommel scala centrale. Ma non riesce a fermare Iniesta, che lanciato da Fabregas, segna il gol che vale una carriera. Proteste a non finire degli oranje (lamentano la mancata concessione di un corner pochi istanti prima, sugli sviluppi di una punizione di Sneijder), mentre il "manchego" festeggia la sua prodezza. Quella che regala alla Spagna il suo primo titolo mondiale.
PORT ELIZABETH (Sudafrica), 10 luglio 2010 - La chiamano finalina. Però è stata una delle gare più divertenti di tutto il Mondiale. Perché è una gara che tutti giocano a mille, senza troppi pensieri. Spesso le partite che valgono il terzo posto mondiale sono vivaci e zeppe di gol. Germania e Uruguay non è stata da meno: finisce 3-2 per i tedeschi, con la Celeste condannata dalla rete di Khedira. Tre europee sul tetto del mondo, dunque.
La Germania, con il malconcio Klose rimasto in panchina, parte meglio e al 10' colpisce una traversa grazie al colpo di testa di Friedrich, imbeccato al meglio di Özil su calcio d'angolo. L'Uruguay si sveglia dopo il pericolo scampato con Fucile (tra i migliori della Celeste) che in un paio di occasioni semina il panico nell'area avversaria. Ma al 19' sono i tedeschi a trovare il vantaggio: tiro dalla distanza del solito Schweinsteiger, Muslera respinge centrale e sul pallone si avventa senza fare troppi complimenti Thomas Müller. La sua botta è imprendibile, ma il portierino della Lazio ha sul groppone un bell'errore. Il primo... La Germania ci crede e cerca la conclusione prima con Khedira e poi con Jensen. Ma la Celeste non molla. Prima Mertesacker intercetta il colpo di testa di Forlan, poi è Cavani a trovare il pari grazie alla sua prima rete in Sudafrica. Al 28' Schweinsteiger si fa rubare palla da Perez, assist per Suarez che serve alla perfezione l'attaccante del Palermo: il suo destro sul secondo palo non perdona. È 1-1. L'Uruguay potrebbe anche andare in vantaggio quando Suarez sorprende la difesa tedesca e conclude di poco fuori.
Il secondo tempo è ancora più vivace del primo. La Celeste parte a mille e impegna subito Butt in una doppia parata prima su Cavani e poi su Suarez. Al 6' Forlan vede partire il cross di Arevalo, si coordina e in mezza rovesciata realizza uno dei gol più belli di questo Mondiale. Uruguay in vantaggio. Ma i ragazzini di Löw sono pronti a dare battaglia. Soprattutto se possono sfruttare la serata no di Fernando Muslera. Il portiere della Lazio, che aveva concluso la prima fase senza subire rete, è infatti colpevole anche sul secondo gol tedesco: all'11' cross di Boateng, Muslera esce a vuoto e Jansen di testa appoggia a rete. La partita è vivace, anche piuttosto dura. La Germania chiede una punizione per un retropassaggio di Fucile che Muslera blocca con le mani. L'arbitro non fischia. Ma ci poteva stare. Al 37' la Germania sfrutta al meglio un calcio d'angolo: dopo una un paio di rimpalli la palla arriva sulla testa di Khedira che trova il gol, e stavolta Muslera non ha colpe. La gara sembra concludersi qui ma due minuti dopo il novantesimo l'arbitro Archundia fischia una punizione per l'Uruguay dalla lunetta: Forlan tira pià forte che può, la palla termina sulla traversa e insieme a lei terminano i sogni della Celeste.
Il secondo tempo è ancora più vivace del primo. La Celeste parte a mille e impegna subito Butt in una doppia parata prima su Cavani e poi su Suarez. Al 6' Forlan vede partire il cross di Arevalo, si coordina e in mezza rovesciata realizza uno dei gol più belli di questo Mondiale. Uruguay in vantaggio. Ma i ragazzini di Löw sono pronti a dare battaglia. Soprattutto se possono sfruttare la serata no di Fernando Muslera. Il portiere della Lazio, che aveva concluso la prima fase senza subire rete, è infatti colpevole anche sul secondo gol tedesco: all'11' cross di Boateng, Muslera esce a vuoto e Jansen di testa appoggia a rete. La partita è vivace, anche piuttosto dura. La Germania chiede una punizione per un retropassaggio di Fucile che Muslera blocca con le mani. L'arbitro non fischia. Ma ci poteva stare. Al 37' la Germania sfrutta al meglio un calcio d'angolo: dopo una un paio di rimpalli la palla arriva sulla testa di Khedira che trova il gol, e stavolta Muslera non ha colpe. La gara sembra concludersi qui ma due minuti dopo il novantesimo l'arbitro Archundia fischia una punizione per l'Uruguay dalla lunetta: Forlan tira pià forte che può, la palla termina sulla traversa e insieme a lei terminano i sogni della Celeste.
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