Cosa c'è oltre lo scandalo Marrazzo?
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Ci sono due morti sospette e una trans scomparsa nella vicenda di sesso e prostituzione che ha travolto Piero Marrazzo. La storia, alimentata ormai da dichiarazioni - difficili da riscontrare - fatte dai trans, sembra condurre dentro un racconto da film giallo, dove i protagonisti hanno nomi di vip, ma anche del mondo della politica e del giornalismo. È come se fosse un thriller, ma è solo la ricostruzione di episodi che coinvolgono politici, divise deviate, spacciatori e transessuali sui quali la Squadra mobile sta indagando. C'è Brenda, l'amica brasiliana dell'ex governatore della Regione Lazio, trovata cadavere nella sua abitazione perché soffocata dal fumo dell'incendio appiccato nella sua abitazione. I magistrati sospettano possa essere stata uccisa. C'è Michelle, un'altra trans che insieme a Brenda condivideva gli incontri con Marrazzo, fuggita all'estero e di cui non si hanno più notizie. E c'è Gianguarino Cafasso, il 'pappone' e pusher di molti transessuali che per primo, d'accordo con i quattro carabinieri arrestati lo scorso ottobre, aveva cercato di vendere il video che riprende Marrazzo insieme a Brenda. Cafasso l'hanno trovato morto il 12 settembre nella stanza di un motel alla periferia di Roma. E anche la sua fine è misteriosa. Perché è vero che era tossicodipendente e malato, ma aveva 37 anni e la perizia tossicologica conferma che ad ucciderlo è stata l'assunzione di eroina purissima corretta da sostanze per camuffarne l'odore e il sapore. Infatti neppure un cocainomane come Cafasso ha sospettato che la droga sniffata fosse una miscela mortale. Forse preparata per ucciderlo? È l'idea del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, che ha aperto un fascicolo ipotizzando l'omicidio.Cafasso era anche il confidente di Carlo Tagliente e Luciano Simeone, i due carabinieri che con Nicola Testini (indicato dai pm a capo del gruppo) e Antonio Tamburrino componevano la squadra antiprostituzione della compagnia Trionfale, arrestati lo scorso ottobre. E sono questi quattro militari in divisa a sconvolgere la vita a professionisti e politici, sorpresi nelle riservate alcove dei trans in via Gradoli a Roma. Per gli inquirenti eseguivano operazioni criminali mascherate da interventi di polizia giudiziaria. Operazioni 'inquinate' dal modo in cui procedevano durante i blitz. Nelle camere da letto dei trans i militari facevano irruzione, tra l'altro, prelevando dosi di cocaina che accompagnava gli incontri a luci rosse. Blitz organizzati grazie alle soffiate dei pusher, ma anche di qualche trans. La droga sarebbe stata poi consegnata a spacciatori, tra i quali Cafasso, che la rivendevano, dividendo i guadagni. Non solo, i clienti delle trans sarebbero stati costretti a pagare centinaia o migliaia di euro per evitare denuncia e scandalo. È in questo quadro di violenza, esercitata durate le operazioni di servizio, che si stanno muovendo gli investigatori del Ros. I magistrati vogliono accertare se si tratta solo di un affare fra trans, sfruttatori e carabinieri infedeli, che ha sullo sfondo il seminterrato di via Gradoli 96, zona da tempo di gran traffico, dicono alcuni testimoni, di "auto blu con lampeggianti ", vip in cerca di incontri proibiti annaffiati dalla cocaina e pagati migliaia di euro. Il vero nome del transessuale Brenda era Wendell Mendes Paes ed era nato in Brasile il 28 novembre 1977. Il suo corpo nudo è stato trovato disteso sul pavimento del monolocale, invaso dal fumo. Una borsa sembra aver preso fuoco e il monossido di carbonio ha ucciso il trans che prima di andare a letto aveva mandato giù un flacone di Minias (potente sonnifero e ansiolitico) e una bottiglia di Ballantines. Brenda era diventato protagonista dell'indagine sul ricatto a Marrazzo, e sarebbe stata anche la custode di un video con le immagini di un festino al quale aveva partecipato con lo stesso presidente della Regione e Michelle. Ma era anche depositaria dei segreti di chi da anni si muove sulla scena di quel mondo del sesso a pagamento, dove la maggior parte dei clienti chiede di trovare anche cocaina in un groviglio di interessi gestiti dalla criminalità. E Brenda aveva la passione di filmare alcune scene, realizzando mini spot come quello che riprende Michelle in una vasca da bagno con l'ex governatore. Quel video non è mai stato trovato. Si ipotizza che possa essere stato memorizzato nel pc trovato nel monolocale il giorno della morte di Brenda. L'hard disk verrà esaminato dai periti, alla presenza di Capaldo, nei prossimi giorni. È possibile che in quel pc ci possano essere i video privati di Brenda o quelli a luci rosse che girava di nascosto ai clienti.E proprio perché in quella memoria lasciata nel monolocale il giorno della morte del trans si ipotizza che ci possono essere immagini compromettenti, gli investigatori ritengono che l'autore del delitto non potrebbe essere uno dei protagonisti dei filmati. Gli inquirenti sospettano, invece, di qualcuno che si è infastidito per la pressione di investigatori e giornalisti che ogni giorno assediano le zone in cui lavorano i trans. Rompendo la riservatezza che li ha sempre contraddistinti. Sono tanti, infatti, a lamentarsi che da quando è scoppiato il caso Marrazzo in via Gradoli non si vedono più clienti. Ma sono anche tanti i trans che vanno in tv a parlare dei loro clienti misteriosi e importanti, lasciando spazio all'immaginazione e alimentando un mercato di illazioni, anche a pagamento. Un paio di clienti, rintracciati dal Ros, hanno ammesso di aver subito una rapina da parte dei carabinieri mentre erano in compagnia dei trans. Ma queste storie sono tutte da dimostrare. E tutte denunciate con ritardo. Gli investigatori vogliono pure accertare il motivo per il quale Brenda aveva problemi economici, tanto da essere stata costretta, un mese prima di morire, a vendere la tv a plasma per 200 euro e la telecamera per 100. Non aveva i soldi nemmeno per pagare l'affitto di casa. Che fine avrebbero fatto i guadagni a luci rosse? Controlli sono stati avviati in Brasile, attraverso anche i money-transfer, per accertare quante somme di denaro sono state spedite da Wendell Mendes Paes. Infine il terzo protagonista. Brenda e Michelle erano amici. Ma l'idillio è finito all'inizio della scorsa estate, proprio quando stava per partire il piano per incastrare Marrazzo. Gli altri trans ricordano che i due non si sopportavano più nell'ultimo periodo. Avevano liti continue e Brenda aveva cominciato a scolarsi intere bottiglie di Ballantines. Così, tra giugno e luglio Michelle se ne va. Non scappa perché ancora non ne avrebbe motivo. Cambia aria e dice di essere diretta a Parigi. Da quel momento nessuno l'ha più vista o sentita. Il Ros la cerca per interrogarla da testimone, ma è difficile trovare una persona di cui si ignora la vera identità. Michelle potrebbe conoscere i retroscena del piano per ricattare Marrazzo. Potrebbe aver appreso le complicità che possono essere nascoste dietro il video che Cafasso e i carabinieri tentavano di vendere ai giornali. È come in un thriller un uomo con il volto da donna di cui però si conosce solo il nome d'arte. (Lirio Abbate - L'Espresso)
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