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IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

giovedì 11 febbraio 2010

Fango anche contro Guido Bertolaso

A quando indagini silenziose e riservate?
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C’è anche il nome di Guido Bertolaso nel registro degli indagati della Procura di Firenze, con l’accusa di corruzione, per gli appalti del G8 alla Maddalena, nell’ambito di un’indagine che ha portato all’arresto di quattro persone e sessanta perquisizioni (quaranta avvisi di garanzia). Bertolaso ha dichiarato di voler rimettere il proprio mandato, ma il Premier Berlusconi ha respinto le dimissioni. Questa, in sunto, è la cronaca. Proviamo ora ad analizzare quanto è successo e, soprattutto, la tempestività dei provvedimenti presi dalla Procura di Firenze. Un fulmine a ciel sereno - contro il capo della protezione civile, che dieci giorni fa era in lizza per diventare un potenziale Ministro del Governo - a solo due giorni dalle dichiarazioni, definite da molti “assurde” e prive di giustificazioni, di Massimo Ciancimino, in aula a Palermo come teste per il processo al Generale dell’Arma Mario Mori, dove ha definito la nascita di Forza Italia come “il frutto della trattativa tra Stato e mafia” (dichiarazioni che ha poi in parte ritrattato su un blog). Altro fango, per farla breve, contro il centrodestra, proprio in coincidenza di un’importante riforma come quella della giustizia, tra i primi barlumi di un possibile dialogo con l’opposizione.
Tra le tante dichiarazioni a sostegno di Bertolaso da parte di tutti gli esponenti della maggioranza, vale la pena citarne due, che ben riassumono lo spirito di molti esponenti di centrodestra, ma anche di molti elettori del PdL, in questi giorni tartassati dalle notizie di avvisi di garanzia e dalle dichiarazioni deliranti nei processi di mafia.
Quella di Roberto Castelli (Lega Nord), Vice-Ministro alle Infrastrutture:
“Se dovessi intonare la solita giaculatoria di maniera, dovrei dire: lasciamo che la magistratura faccia il suo corso, abbiamo fiducia nella magistratura e ci auguriamo che Bertolaso possa dimostrare la sua innocenza. Si dice proprio così, non rendendosi conto che in questo modo viene ribaltato l’onere della prova, in contrasto con l’articolo 27 della Costituzione. Io mi sento di dire altre cose. Primo, che sono incredulo, stante le persone coinvolte. Secondo, nel caso in cui si risolva tutto in un nulla di fatto, come spesso accade, auspico che i responsabili di questa azione così devastante per le istituzioni vengano chiamati a rispondere dei loro errori”.
E quella del Ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi:
“Viviamo in un Paese impazzito e capovolto. Qualunque paese civile, infatti, eleverebbe un monumento ad una persona come Guido Bertolaso, da noi invece la magistratura lo inquisisce. Di questo passo dell’Italia resterà un cumulo di macerie”.
A quando indagini silenziose e riservate?
Di fronte al susseguirsi di notizie online e in tv, varrebbe la pena di porsi una domanda, la stessa formulata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Gianni Letta, circa un anno fa al Salone della giustizia: “C’è qualcuno forse che sa dell’esistenza di qualche indagine riservata e silenziosa? Esistono oggi in Italia, in questo frangente, indagini riservate e silenziose?”, si chiedeva ironicamente Letta, auspicando un dialogo serio e, soprattutto, consapevole della complessità della materia, di fronte “all’alluvione dei dibattiti sulla giustizia”. Ma in un anno i dibattiti (e le fughe di notizie dalle procure) non sono cessati. Anzi, sono stati amplificati, spesso in trasmissioni tv imparziali. E il rischio è che a farne le spese non sia solo il meglio della classe dirigente italiana, come nel caso di Bertolaso, ma anche un’intera classe politica. (Panorama)
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Bertolaso: Su di me accuse infamanti.
Berlusconi: non si tocca, pm vergogna.
Dopo l'inchiesta giudiziaria sugli appalti della Protezione civile, il Pd insiste sulle dimissioni. Mozione di sfiducia dell'Idv. Il premier: "I magistrati devono vergognarsi". Nelle intercettazioni festini e un sistema di favori (le intercettazioni). Ma Bertolaso si difende: "Niente sesso, era solo fisioterapia. Darei la vita per dimostrare la mia lealtà. Disegno per colpirmi? Potevano mettermi una bustina di coca in tasca..."
Stavolta parla lui. Lo fa per difendersi ma anche per ribadire che non c'entra nulla, che le accuse sono infondate. Ci tiene a sottolinearlo, Guido Bertolaso. E ci tiene anche a far saper di sperare che la giustizia faccia il suo corso, in tempi rapidi, e che si accerti la verità dei fatti. "L’accusa è infamante e assolutamente drammatica - dice il capo della Protezione civile in una intervista al Tg2 -. Da quello che ho letto e dalle carte ho ricevuto dalla magistratura si parla di compensi in denaro e anche di favori sessuali, cose assolutamente che non esistono. Io non c’entro con questa vicenda, credo che si sia trattato di un grosso equivoco che, appena avrò la possibilità di confrontarmi con i magistrati, sarò in grado di chiarire". "Il timore - ha aggiunto - è che gli italiani si possano sentire traditi da Bertolaso: per questo sono disposto a dare la vita per dimostrare loro che non li ho mai ingannati". Il capo della protezione civile è indagato dalla procura di Firenze per corruzione nell’ambito dell’inchiesta su appalti per le grandi opere, tra cui il G8 della Maddalena.
Tempistica strana? Coincidenza fortuita
"Se c’è una coincidenza tra l’inchiesta della procura di Firenze e l’approvazione del decreto legge che istituisce la Protezione Civile servizi spa è una coincidenza fortuita. Sarebbe stata una coincidenza, e anche spiacevole - osserva Bertolaso - se questa vicenda fosse uscita il giorno prima quando, martedì scorso, il Senato ha approvato il decreto legge. Allora ci sarebbe stato da sospettare". E invece "è uscito il giorno dopo e dunque credo che sia stata una coincidenza fortuita".
La sostituzione di Balducci
"Angelo Balducci venne nominato presidente del Consiglio Superiore dei lavori pubblici, un incarico autoreviole e prestigioso. Lasciò il suo compito per questa ragione", spiega Bertolaso al Tg2. Balducci "venne sostituito da un altro ingegnere che adottò tutta una serie di provvedimenti che non mi tranquillizzarono e, quindi, dopo poco l’ho sostituito a sua volta con il professor Michele Calvi che è un professionista di fama internazionale e che ha portato molto bene a termine i lavori a La Maddalena". Nessun sospetto? "Assolutamente nessuno", ha risposto Bertolaso.
Protezione civile SpA
E' una "struttura di servizio" che servirà "proprio a garantire quella trasparenza ed efficacia degli interventi che noi vogliamo garantire a tutti gli italiani". Guido Bertolaso, difende la creazione della Spa, fortemente criticata dall’opposizione, ma anche da alcuni settori della maggioranza. "Voglio chiarire ancora una volta perché l’ho detto in tutti i modi e in tutte le salse, che questa Spa di Protezione Civile sarà solamente una struttura di servizio del Dipartimento nazionale, che continua a rimanere una struttura centrale della Presidenza del Consiglio con funzionari bravi, esperti e pubblici".
"Mai partecipato a festini"
"Le idee che qualcuno poteva avere per indurmi ad essere condiscendente nei confronti di chi doveva fare i lavori e dei soldi che dovevano essere spesi - ha commentato poi Bertolaso in un’intervista la Tg1 - non mi appartengono. Erano ipotesi che venivano fatte sull’abitudine di altre frequentazioni e vicende del passato. L’importante è che io non abbia mai fatto parte di questo genere di festini".
"Non mi occupavo di appalti"
"Si tratta di una vicenda dolorosissima per la quale sicuramente saranno stati commessi anche degli illeciti. Ma non è che io ho seguito direttamente e personalmente la vicenda degli appalti. Il mio compito era quello di realizzare un’opera importante, una grande bonifica ambientale, restituire all’arcipelago della Maddalena un territorio che era stato davvero devastato e renderlo fruibile per un grande avvenimento com’era quello del G8".
"Potevamo mettermi cocaina in tasca..."
"Non so - prosegue - se si tratti di un disegno vero, architettato ad arte, precostituito e confezionato. Quando ho partecipato ad una trasmissione sulla storia d’Italia che riguardava proprio la Protezione civile e qualcuno mi diceva se mi preoccupavo di questa grande popolarità, ovviamente sostenevo di sì. Magari - osserva - poteva accadere che qualcuno mi mettesse in tasca una bustina di cocaina. E, mutatis mutandis, mi pare che sia quello che sta accadendo".
Berlusconi: "Non si tocca..."
Silvio Berlusconi, da Bruxelles, è tornato a invitare il capo della Protezione civile a restare al suo posto: "Bertolaso non si tocca, sono i magistrati a doversi vergognare". Ha detto, ripetendolo due volte, prima di salire in auto dopo la riunione del Consiglio d'Europa. Poi ha risposto all'opposizione: "Questo è uno sport che mi trova assolutamente contrario, sono persone che più volte ricorrono a questi atti di invidia. Bisogna resistere sempre, ora ancora con più forza". E a proposito della vicenda della massaggiatrice e del presunto festino, il premier ha spiegato: "Queste cose sono assolutamente accuse infondate, non vere, come al solito. Ho parlato con Bertolaso, so che aveva mal di schiena e andava da una fisioterapista, una signora di mezza età che tra l’altro oggi è in ospedale a farsi operare per un problema alla schiena".
Il Pd: "Se ne vada"
E' Dario Franceschini, ex segretario dei Democratici e capogruppo alla Camera, a chiedere a gran voce che il capo della Protezione civile lasci l'incarico. "In un paese non anomalo come in Italia - ha detto Franceschini a Repubblica Tv - una persona in quella situazione rassegna le dimissioni, e noi abbiamo apprezzato la sensibilità mostrata ieri da Bertolaso. Sta ora a Bertolaso confermare quella sensibilità istituzionale o ricondurla a una rappresentazione. Non è che su questo ci deve essere diversità tra destra e sinistra. Questo dovrebbe rientrare nella sensibilità di chi ricopre incarico. Delbono per accuse molto, molto meno gravi ha rassegnato le dimissioni. Questo rientra nella sensibilità istituzionali. Vorrei che su questo non ci fosse differenza tra destra e sinistra, ma purtroppo c’è".
L'Idv protesta
"Berlusconi e Bertolaso sono al vertice di un sistema che gestisce senza alcun controllo una enorme quantità di denaro pubblico. Sono una nuova loggia, la B2" commenta il presidente del gruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi. "Il quadro che emerge dalle indagini - aggiunge - è sempre più inquietante e svela l’esistenza di una rete di interessi molto ampia. Il ricorso allo stato d’emergenza, che permette di operare in deroga alla normale legislazione, è diventato la regola in Italia e questo ha consentito la nascita e la stabilizzazione di un sistema criminogeno di gestione delle risorse".
Mozione di sfiducia
"L’Italia dei Valori presenta una mozione di sfiducia nei confronti di Bertolaso" annunciano Antonio Di Pietro e Massimo Donadi. "Sta emergendo - proseguono - un quadro sempre più preoccupante sul sistema di potere della Protezione Civile, dove emergono chiaramente le pesanti responsabilità politiche di Bertolaso. L’Idv chiede anche che sia immediatamente bloccata Protezione Civile Spa, e che questo corpo dello Stato rientri sotto il controllo del parlamento".
Bondi replica a Di Pietro
Il leader dell'Idv "non è degno neppure di allacciare le scarpe ad una persona come Bertolaso". È quanto dichiara Sandro Bondi, coordinatore nazionale del Pdl, commentando la decisione dell'ex pm di presentare una mozione di sfiducia nei confronti di Bertolaso.
La difesa del PdL
Il Presidente dei Senatori del PdL Maurizio Gasparri trova invece "singolare" la tempistica che ha portato all’avviso di garanzia a Bertolaso. Ospite di Maurizio Belpietro nel programma La telefonata, Gasparri ha detto che Bertolaso è conosciuto "per l’efficienza dei suoi interventi". Gasparri ha poi osservato che Bertolaso si è messo a disposizione della magistratura, alla quale ha fornito ogni documentazione. "Ora, però, credo che si debba fare un accertamento rapido, che sia compatibile - ha aggiunto - anche con le necessità della nostra Protezione civile, che non può rimanere sulla graticola a lungo. Si farebbe un danno alla sicurezza del Paese". Poi l'ex ministro delle Comunicazioni attacca sulla tempistica: "C’è chi la campagna elettorale la fa con i comizi e con i candidati e c’è chi la fa con i Ciancimino che dicono frottole, che già leggo si sono rimangiati, e con queste iniziative. Del resto, la sincronia tra alcuni interventi giudiziari e i tempi elettorali è un fatto che gli italiani conoscono, ma fin qui ha portato a rafforzare un centrodestra che preferisce fare anzichè ordire manovre come queste".
Palamara contro il Premier
"La magistratura non può essere trascinata sul terreno della contrapposizione politica che non le appartiene". Il presidente dell’Anm, Luca Palamara, commenta così le dichiarazioni di ieri del presidente del Consiglio contro i magistrati che lo "aggrediscono" e celebrano "processi inutili". "La Costituzione ci assegna un compito - prosegue Palamara - e noi lo svolgiamo. Quello che chiedo è il rispetto per il lavoro dei magistrati. Ci sono inchieste in corso - dice ancora il presidente dell’Anm - ma le valutazioni sui processi vanno fatte nelle aule giudiziarie e non fuori".
L'inchiesta prosegue
Sono fissati per domani, a Roma e Milano, gli interrogatori di garanzia per i quattro arrestati con l’accusa di corruzione nell’inchiesta sugli appalti per i grandi eventi, dal G8 alla Maddalena alle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia, condotta dalla procura e dai carabinieri del Ros di Firenze. Nel carcere romano di Regina Coeli saranno interrogati dal gip fiorentino Rosario Lupo (che ha firmato le misure cautelari) il presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici Angelo Balducci, già soggetto attuatore per le opere alla Maddalena, Mauro Della Giovampaola, l'ingegnere che ha lavorato nella struttura di missione per il G8 in Sardegna ed è coordinatore dell’unità tecnica di missione per la realizzazione delle infrastrutture per i 150 anni dell’Unità d’Italia e l’imprenditore romano Diego Anemone. Per il quarto arrestato, Fabio De Santis, attuale provveditore alle opere pubbliche della Toscana, successore di Balducci come soggetto attuatore per le opere del G8 alla Maddalena, l’interrogatorio si terrà a Milano per rogatoria.
Il giudice Toro: "Avrei lasciato la toga"
"Non ho mai conosciuto o incontrato questa gente. Anemone, Balducci, Bertolaso, sono tutti nomi nuovi. Il capo della Protezione civile l’ho visto una volta, quando ero al ministero, e al termine della riunione ci stringemmo la mano. Il Procuratore aggiunto di Roma, Achille Toro, parla con difficoltà, è provato. È accusato, insieme con il figlio Camillo, di rivelazione del segreto d’ufficio nell’inchiesta della Procura di Firenze sul G8 della Maddalena e su appalti connessi ad altri grandi eventi. "Ho riconsegnato le deleghe per il coordinamento delle inchieste sui reati nella pubblica amministrazione. Avrei lasciato tutto, sarei andato in pensione subito, da ieri mattina, per difendermi da normale cittadino. Ma c’è mio figlio Camillo e allora non posso mollare". (Il Giornale)

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