n. 309 del 13 Febbraio 2010
*************************
PDL E QUESTIONE MORALE
Qua e là - come fastidiosi foruncoli - sempre più spesso scoppiano piccoli o grandi esempi di malaffare in cui singoli esponenti del PDL (come di altri partiti) si fanno impiastricciare in affari poco trasparenti.
Non mi va di generalizzare ma neanche di minimizzare, perché se è vero che a volte è la stessa Magistratura – soprattutto verso il Premier o le persone più in vista – che esagera con gravi ripercussioni e conseguenti pressioni indebite su candidature ed eletti, resta il fatto che non si possono coprire o giustificare sempre come “persecuzione politica” questi piccoli o grandi episodi di corruzione. Così come è evidente che stando al vertice di una struttura complessa a volte non si può sapere e neppure immaginare cosa combini qualche sottoposto infedele, resta il fatto che tutti portiamo la responsabilità morale di controllare al meglio le strutture che ci siano state affidate.
La storia insegna che il male, la corruzione, il furto sono a volte insiti nelle persone umane, ma è evidente che questo avviene soprattutto quando c’è un calo di attenzione morale, di etica di comportamento, di controllo. A proposito di controlli è assurdo poi che in Italia si siano in questi anni moltiplicati gli interventi legislativi di controllo formale - spesso appesantiti con una bardatura costosa di atti – e non si vada invece al concetto che chi fa politica deve avere l’autonomia e l’autorevolezza di decidere, ma che deve farlo in modo onesto, pena le sanzioni più pesanti.
Invece oggi l’onesto viene taglieggiato comunque dal “sistema” perdendoci tempo e denaro, mentre il disonesto trova sempre indebite scuse morali per cavarsela e i tempi lunghi dei processi spostano poi “sine die” una spesso doverosa e sacrosanta condanna. Non mi piace fare il moralismo, credo che l’onestà (come la disonestà) non abbiano colore politico ma – dando a tutti il diritto all’innocenza fino a definitiva prova contraria – resta il fatto che certi atteggiamenti nascono e si diffondono soprattutto quando non c’è selezione politica, culturale, professionale del candidato o dell’eletto a qualsiasi carica. Anche questi sono gli effetti di quando la gente sceglie (e spesso non può fare in altro modo) solo per la “telegenicità” di una persona e non per il suo valore.
Servono professionalità e più esperienza: è assurdo dover sostenere un esame alla Camera di Commercio per poter aprire un bar mentre si può fare il politico anche di alto livello senza nessuna conoscenza tecnico-amministrativa preventiva o un minimo di tirocinio. Non può funzionare un sistema così, come solo un controllo sostanziale e non formale dell’ amministrazione pubblica può (e non sempre) dare un po’ più di garanzia di effettiva trasparenza. Non mi interessa chi mi dirà che i nostri avversari sono peggio di noi: se nel centro-destra non ci poniamo subito e fino in fondo queste questioni con la necessaria chiarezza sottovalutiamo un problema che prima o poi da foruncolo diventerà infezione portando conseguenze gravissime per tutti, anche (purtroppo) per la grande maggioranza di chi invece si comporta in maniera più che corretta.
GIORNO DEL RICORDO
Gli italiani che avevano dovuto abbandonare le loro terre in Istria, in Dalmazia e nella Venezia Giulia per decenni erano stati rimossi dalla coscienza nazionale: non esistevano più, come non erano mai esistite le migliaia di persone che senza alcuna colpa avevano trovato una morte atroce nelle foibe. Poi, lentamente, superati anche i fossati ideologici che avevano colpevolmente voluto questa rimozione, quelle figure silenziose sono riemerse dall’oblio e con la legge che ha voluto l’istituzione del “Giorno del Ricordo” tutti gli italiani hanno finalmente ricominciato a ricordare e a chiedersi perché - per troppi decenni – quei fantasmi non avevano avuto nemmeno l’omaggio della memoria. Non per odiare o per sollevare nuove contrapposizioni, ma perchè l’Europa che cresce unita deve esserlo rispettando le memorie di tutti, anche di quegli italiani strappati dalle loro terre dall’odio, dalla violenza, dalla discriminazione.
Qua e là - come fastidiosi foruncoli - sempre più spesso scoppiano piccoli o grandi esempi di malaffare in cui singoli esponenti del PDL (come di altri partiti) si fanno impiastricciare in affari poco trasparenti.
Non mi va di generalizzare ma neanche di minimizzare, perché se è vero che a volte è la stessa Magistratura – soprattutto verso il Premier o le persone più in vista – che esagera con gravi ripercussioni e conseguenti pressioni indebite su candidature ed eletti, resta il fatto che non si possono coprire o giustificare sempre come “persecuzione politica” questi piccoli o grandi episodi di corruzione. Così come è evidente che stando al vertice di una struttura complessa a volte non si può sapere e neppure immaginare cosa combini qualche sottoposto infedele, resta il fatto che tutti portiamo la responsabilità morale di controllare al meglio le strutture che ci siano state affidate.
La storia insegna che il male, la corruzione, il furto sono a volte insiti nelle persone umane, ma è evidente che questo avviene soprattutto quando c’è un calo di attenzione morale, di etica di comportamento, di controllo. A proposito di controlli è assurdo poi che in Italia si siano in questi anni moltiplicati gli interventi legislativi di controllo formale - spesso appesantiti con una bardatura costosa di atti – e non si vada invece al concetto che chi fa politica deve avere l’autonomia e l’autorevolezza di decidere, ma che deve farlo in modo onesto, pena le sanzioni più pesanti.
Invece oggi l’onesto viene taglieggiato comunque dal “sistema” perdendoci tempo e denaro, mentre il disonesto trova sempre indebite scuse morali per cavarsela e i tempi lunghi dei processi spostano poi “sine die” una spesso doverosa e sacrosanta condanna. Non mi piace fare il moralismo, credo che l’onestà (come la disonestà) non abbiano colore politico ma – dando a tutti il diritto all’innocenza fino a definitiva prova contraria – resta il fatto che certi atteggiamenti nascono e si diffondono soprattutto quando non c’è selezione politica, culturale, professionale del candidato o dell’eletto a qualsiasi carica. Anche questi sono gli effetti di quando la gente sceglie (e spesso non può fare in altro modo) solo per la “telegenicità” di una persona e non per il suo valore.
Servono professionalità e più esperienza: è assurdo dover sostenere un esame alla Camera di Commercio per poter aprire un bar mentre si può fare il politico anche di alto livello senza nessuna conoscenza tecnico-amministrativa preventiva o un minimo di tirocinio. Non può funzionare un sistema così, come solo un controllo sostanziale e non formale dell’ amministrazione pubblica può (e non sempre) dare un po’ più di garanzia di effettiva trasparenza. Non mi interessa chi mi dirà che i nostri avversari sono peggio di noi: se nel centro-destra non ci poniamo subito e fino in fondo queste questioni con la necessaria chiarezza sottovalutiamo un problema che prima o poi da foruncolo diventerà infezione portando conseguenze gravissime per tutti, anche (purtroppo) per la grande maggioranza di chi invece si comporta in maniera più che corretta.
GIORNO DEL RICORDO
Gli italiani che avevano dovuto abbandonare le loro terre in Istria, in Dalmazia e nella Venezia Giulia per decenni erano stati rimossi dalla coscienza nazionale: non esistevano più, come non erano mai esistite le migliaia di persone che senza alcuna colpa avevano trovato una morte atroce nelle foibe. Poi, lentamente, superati anche i fossati ideologici che avevano colpevolmente voluto questa rimozione, quelle figure silenziose sono riemerse dall’oblio e con la legge che ha voluto l’istituzione del “Giorno del Ricordo” tutti gli italiani hanno finalmente ricominciato a ricordare e a chiedersi perché - per troppi decenni – quei fantasmi non avevano avuto nemmeno l’omaggio della memoria. Non per odiare o per sollevare nuove contrapposizioni, ma perchè l’Europa che cresce unita deve esserlo rispettando le memorie di tutti, anche di quegli italiani strappati dalle loro terre dall’odio, dalla violenza, dalla discriminazione.
NUOVA RACCOLTA DIFFERENZIA
Dai giorni scorsi nel quartiere Sant’ Anna di Verbania è stato introdotto un nuovo sistema di raccolta del rifiuto organico domestico. Si chiama Sitra, ovvero Sistema Integrato di Trasformazione del Rifiuto Aerobico, e garantirà costi minori per l'Amministrazione e per i cittadini evidenti miglioramenti nelle modalità di raccolta domestica dell'organico. SITRA è composto da un kit domestico e da un cassonetto condominiale speciale e aerato. Sostituirà i vecchi secchielli di plastica non aerati e le buste biodegradabili sinora utilizzati ed è composto da sacchetti in carta speciale traspiranti, molto resistenti, a tenuta di liquidi, e da un trespolo ecologico di legno che ha la funzione di tenere sospeso il sacchetto durante il suo riempimento.
La porosità della carta speciale e la sospensione del sacchetto impediranno ai rifiuti organici di fermentare, prevenendo così la formazione di cattivi odori solitamente prodotti dall'organico raccolto in condizioni aerate non ottimali. Il sacchetto di carta speciale non deve essere lavato o igienizzato come i vecchi secchielli, ma semplicemente sostituito con uno nuovo solo quando è pieno.
Il nuovo cassonetto si comporterà invece come un vero e proprio "composter su ruota": garantirà un'ottimale presenza di ossigeno nei rifiuti organici conferiti dai cittadini nei sacchetti di carta, favorendo così una naturale evaporazione dell'acqua e un'ideale biodegradazione aerobica. Grazie a queste caratteristiche si dovrebbe avere un abbattimento dei costi della raccolta, il miglioramento della qualità dei rifiuti organici conferiti ed una maggiore igiene e pulizia sia a livello casalingo che condominiale. Sono oltre 4.000 gli utenti di questa prima sperimentazione di cui ne parlerà domani 14 febbraio IL SOLE 24 ORE nel suo inserto tematico.
UN SALUTO E BUONA SETTIMANA A TUTTI! MARCO ZACCHERA
Dai giorni scorsi nel quartiere Sant’ Anna di Verbania è stato introdotto un nuovo sistema di raccolta del rifiuto organico domestico. Si chiama Sitra, ovvero Sistema Integrato di Trasformazione del Rifiuto Aerobico, e garantirà costi minori per l'Amministrazione e per i cittadini evidenti miglioramenti nelle modalità di raccolta domestica dell'organico. SITRA è composto da un kit domestico e da un cassonetto condominiale speciale e aerato. Sostituirà i vecchi secchielli di plastica non aerati e le buste biodegradabili sinora utilizzati ed è composto da sacchetti in carta speciale traspiranti, molto resistenti, a tenuta di liquidi, e da un trespolo ecologico di legno che ha la funzione di tenere sospeso il sacchetto durante il suo riempimento.
La porosità della carta speciale e la sospensione del sacchetto impediranno ai rifiuti organici di fermentare, prevenendo così la formazione di cattivi odori solitamente prodotti dall'organico raccolto in condizioni aerate non ottimali. Il sacchetto di carta speciale non deve essere lavato o igienizzato come i vecchi secchielli, ma semplicemente sostituito con uno nuovo solo quando è pieno.
Il nuovo cassonetto si comporterà invece come un vero e proprio "composter su ruota": garantirà un'ottimale presenza di ossigeno nei rifiuti organici conferiti dai cittadini nei sacchetti di carta, favorendo così una naturale evaporazione dell'acqua e un'ideale biodegradazione aerobica. Grazie a queste caratteristiche si dovrebbe avere un abbattimento dei costi della raccolta, il miglioramento della qualità dei rifiuti organici conferiti ed una maggiore igiene e pulizia sia a livello casalingo che condominiale. Sono oltre 4.000 gli utenti di questa prima sperimentazione di cui ne parlerà domani 14 febbraio IL SOLE 24 ORE nel suo inserto tematico.
UN SALUTO E BUONA SETTIMANA A TUTTI! MARCO ZACCHERA
Nessun commento:
Posta un commento