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Silvio Berlusconi, intervistato da Bruno Vespa per il libro "Donne di cuori", esclude che Fini o Bossi pensino a una crisi e a un governo del presidente: ''Lo escludo nel modo più assoluto. Se mai dovesse verificarsi un cambiamento di maggioranza, ma è un' ipotesi che non esiste, ci tengo a dirlo chiaro, sarebbe inevitabile il ricorso ad elezioni anticipate".Al di là di visibili differenze caratteriali, il suo rapporto con Fini è quello di sempre? "Sì, certo. Fini si è dimostrato un alleato leale e un politico lungimirante. A lui mi lega un solido rapporto di amicizia e di stima. Anche con i parlamentari che vengono da An il rapporto è ottimo. E' naturale che la direzione del PdL e l'Ufficio di Presidenza discutano di proposte nuove non incluse nel nostro programma elettorale, come per esempio quella di concedere in anticipo la cittadinanza agli immigrati. Si discute, si vota e la decisione della maggioranza vincola la minoranza".
Anche su temi etici? "Sui temi etici - ribadisce Berlusconi - il partito assume certo una sua posizione, ma riconoscendo ai singoli parlamentari una piena libertà di coscienza e di voto".
I RAPPORTI CON LA LEGA
L'alleanza con la Lega è "davvero solida", non c'é pericolo di uno "sganciamento leghista" dalla maggioranza, dice Berlusconi nell'intervista. Alla domanda se concedere due Regioni del Nord alla Lega non rischi di ridimensionare il peso nazionale del Pdl, il premier risponde: "La questione è oggi ancora sul tavolo ma se ciò dovesse accadere, certamente no. L'alleanza con la Lega è davvero solida. Non c'é nessun problema nell'individuazione dei candidati alle elezioni regionali anche perché presenteremo in ogni regione del Nord un ticket che indicherà un presidente del Pdl e un vice della Lega e viceversa. Nessun pericolo di sganciamento leghista, dunque. Tra me e Umberto Bossi c'é un patto ormai consolidato fondato anche sull'amicizia e sull'affetto". Che cosa risponde a chi comunque le rimprovera di concedere troppo alla Lega?, insiste Vespa. "Con Umberto Bossi ho sempre trovato accordi ragionevoli". Vespa ricorda a Berlusconi che quando in aprile i giornalisti gli chiesero a Vienna se avrebbe votato a favore del referendum che sposta il premio di maggioranza dalla coalizione alla lista, lui rispose di sì, nonostante la posizione della Lega fosse diversa. "Non ho motivo di cambiare opinione - risponde il presidente del Consiglio - Se il Popolo della Libertà fosse un'impresa e l'amministratore delegato votasse contro gli interessi della sua azienda dovrebbe dimettersi. Ma con la Lega, ripeto, non ci sono e non ci saranno elementi di contrasto".
COLLOCAZIONE UDC E' NEL CENTRODESTRA
"La collocazione strategica dell'Udc non può che essere nel centrodestra e noi aspettiamo fiduciosi". Silvio Berlusconi risponde così a Vespa alla domanda sulla possibilità di alleanza del Pdl con i centristi, per il voto delle regionali. "L'Udc - spiega il presidente del Consiglio - è con noi nel Partito del Popolo Europeo, che è la grande famiglia della libertà e della democrazia in Europa. Negli altri paesi dell'Unione - prosegue - i partiti popolari non si alleano con la sinistra, non sono disponibili ad allearsi con una parte o con l'altra. Questo non è casuale. E' la conseguenza del fatto che i nostri valori, i nostri programmi, la nostra economia sociale di mercato, sono concezioni alternative a quelle della sinistra. Questo avviene persino in Paesi nei quali esiste una sinistra socialdemocratica e riformista vera, a differenza di quella con cui abbiamo a che fare in Italia che ha cambiato più volte nome, dal Partito Comunista al Partito Democratico, ma non ha mai rinnegato le sue radici e non ha mai, sostanzialmente, cambiato la sua politica e il suo modo di condurre la lotta politica". "Dunque - conclude Berlusconi - la collocazione strategica dell'UdC non può che essere nel centro destra, e noi attendiamo fiduciosi che questo avvenga".
'Il GIORNALE', FELTRI E IL CASO BOFFO
"Feltri è un giornalista certamente di centrodestra, che assume però le sue posizioni in assoluta autonomia. E che è geloso di questa autonomia", dice il premier Silvio Berlusconi nell'anticipazione del libro. "Questo vale per il caso Boffo - aggiunge - come per altri interventi del 'Giornale' nel dibattito politico recente".
AVANTI CONTRO REPUBBLICA E UNITA'
Silvio Berlusconi pensa di poter rinunciare alle azioni contro La Repubblica e L'Unita?, chiede Bruno Vespa a Silvio Berlusconi nel libro 'Donne di cuori' in uscita il 6 novembre. "Ho il dovere di tutelare non la mia persona, ma l'istituzione che rappresento - risponde il premier - e che mi è stata assegnata dal voto di milioni di italiani. Insultando me si insultano tutti loro, si insulta il loro voto, la loro volontà, la loro dignità. E non ho sporto querela. Mi sono rivolto, in modo direi quasi disarmato, ai giudici civili destinando da subito l'eventuale risarcimento del danno all'Istituto San Raffaele di Milano".
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