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"L'abolizione dell'immunità parlamentare ha provocato un vulnus nella Costituzione, si è rotto un equilibrio tra i poteri e non se ne è creato un altro. Ora c'é da auspicare che quel vulnus, al di là delle dispute nominali su immunità, lodi e riforma del sistema giudiziario, sia sanato": è la posizione del direttore del Tg1 Augusto Minzolini che - nell'edizione delle 20 - svolge il suo editoriale contestando le tesi espresse da Antonio Ingroia, procuratore aggiunto di Palermo in una tavola rotonda a Napoli.Minzolini confuta le parole di Ingroia e sottolinea come l'immunità sia stata voluta dai padri fondatori della Carta: "Dal 1993 invece è stata cancellata, motivo? In quegli anni la classe politica e i partiti per via di tangentopoli avevano perso la fiducia della gente e l'abolizione dell'immunità fu un modo per dimostrare che i costumi sarebbero cambiati. Questa operazione mediatica si trasformò però nei fatti in una sorta di atto di sottomissione alla magistratura, da allora i gruppi parlamentari sono affollati di magistrati e ci sono partiti addirittura fondati da magistrati, governi di destra e di sinistra sono caduti sull'onda delle inchieste della magistratura e il parlamento non è riuscito a mettere in cantiere una riforma della giustizia". Un attacco al magistrato che - dice Minzolini - avrebbe obiettivi impropri.
Convinzioni che subito provocano reazioni: subito arriva la solidarietà di Beppe Giulietti, portavoce di Articolo 21. "Ormai il Tg1 è diventato un foglio di partito dell'ala ingiustizialista della destra", dice. A ruota Fabrizio Morri (Pd) che definisce inaccettabili le tesi oltranziste del direttore della rete Ammiraglia. Rosy Bindi chiede a Minzolini di smetterla di dettare la linea agli italiani.
Sull'altro fronte si esprime Daniele Capezzone, portavoce del Pdl: "Siamo alle solite. Il Pd, attraverso la neopresidente Bindi, vorrebbe censurare e ridurre al silenzio Minzolini. Ma come? Fanno le manifestazioni per la libertà di informazione e poi tentano di imbavagliare un giornalista 'colpevole' di essere libero? Il Pd non perde il solito vizietto...". "Ancora un attacco contro la libertà di stampa. Minzolini ha fatto un fondo sull'uso politico della giustizia ad opera di un settore della magistratura. Si tratta di una delle questioni più gravi che stanno devastando lo Stato di diritto nel nostro Paese. Immediatamente è scattato l'attacco al direttore del Tg1 da parte di alcuni esponenti della sinistra", dice Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl. "Se continua così - prosegue in una nota - potranno parlare di politica solo alcuni pubblici ministeri che, non contenti di avere per le mani processi delicatissimi sul rapporto mafia e politica, vanno anche a convegni di partito a dichiarare che si schierano nettamente sul piano politico".
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Garimberti bacchetta Minzolini
"Ho già detto più volte quello che penso degli editoriali nei Tg: repetita non iuvant": così il presidente della Rai, Paolo Garimberti, ha risposto ai cronisti - a margine di una conferenza stampa sul digitale terrestre - a proposito dell’editoriale di ieri sera del responsabile del Tg1, Augusto Minzolini, sui temi della giustizia e dell’immunità parlamentare. In precedenza, Garimberti, aveva definito "irrituale l'editoriale di Minzolini del 3 ottobre dedicato alla manifestazione sulla libertà di informazione".
Cdr: "Non siamo d'accordo"
"Il Cdr del Tg1, in un comunicato, stigmatizza l’editoriale che il direttore della testata, Augusto Minzolini, ha dedicato nell’edizione delle 20 di ieri al tema della giustiza. "Anche questa volta - si legge nella nota del Cdr - non siamo d’accordo. Anche questa volta il direttore ha schierato il Tg1 attraverso un editoriale sul contestato tema della riforma della giustizia sposando esplicitamente le posizioni della maggioranza di governo. Tanto più che - il caso Cosentino insegna - le norme sull’immunità parlamentare non sono state affatto abrogate per tutti i reati connessi all’esercizio delle funzioni politiche. Senza nulla togliere al diritto del direttore Minzolini di esprimere il suo pensiero, ci preoccupa la caratterizzazione politica che la direzione sta imprimendo al Tg1. Uno strappo -conclude il Cdr- che contrasta con il ruolo di giornale istituzionale e non governativo caro a tutta la redazione, un ruolo che questo Cdr continuerà a difendere".
Zavoli: "Editoriale Minzolini non rispetta pluralismo"
Giusto l'editoriale, ma quello del direttore del Tg1 Augusto Minzolini non rispetta il pluralismo di un servizio pubblico. Lo dichiara il presidente della commissione parlamentare di Vigilanza, Sergio Zavoli. "L’editoriale, di per sé, non è escluso dai Tg per manifesta incompatibilità con la natura di un pubblico servizio: ciò che genera un diffuso dissenso - sottolinea - è la manifestazione unilaterale di una tesi al di fuori del pluralismo, che l’informazione della Rai è tenuta a rispettare. A meno che non si voglia intendere il pluralismo come, lo vado dicendo da tempo, una sequela o una somma di parzialità, e non il confronto contestuale di più opinioni".
Romani: "Editoriale è compatibile"
"Il fatto che i cittadini possano vedere in faccia il direttore del principale telegiornale che con cautela e garbo ha trattato ieri un argomento così importante è compatibile con il servizio pubblico". Lo ha detto il vice-ministro alle Comunicazioni, Paolo Romani, a margine della conferenza stampa di presentazione dello switch-off che da lunedì 16 coinvolgerà l’intero Lazio, ad eccezione della provincia di Viterbo, in riferimento all’editoriale di ieri del direttore del Tg1 Augusto Minzolini.
Capezzone: "Il Cdr è un piccolo soviet"
"Il cdr del Tg1, come un piccolo soviet, ha diffuso la sua nota contro il direttore. Tre piccole domande a questi ’combattentì: ma non erano per la libertà di opinione e per l’art.21 della Costituzione? E perchè questi principi non dovrebbero valere per Augusto Minzolini? E ancora: negli anni passati, erano sulla Luna, su Marte, o forse in un tg molto orientato politicamente?". A domandarselo è Daniele Capezzone, portavoce del PdL. (il Giornale.it)
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